anno 4348. 221 con ¡scandalo dei fedeli, la religione c I’ equità ; il governo secolare entrò in mezzo a questo affare, coll’ assumere la difesa dei cittadini che ne portavano le lagnanze; e per lo più era d’ uopo ai danneggiali ed offesi invocare la giustizia dei tribunali. Erano stati eletti di quando in quando, quasi per metter pace, alcuni savi gentiluomini, talvolta cinque e talvolta anche più, e questi avevano l’incumbcnza di difendere le ragioni dei cittadini ; ed allorché lo potevano, finivano le differenze con amichevoli composizioni tra le parti, acciocché non fosse lungamente turbata la buona armonia tra clero e popolo, e quindi questo non avesse a scemare il rispetto e la stima dovuti a quello. Se mai v’era stata occasione di litigi in cotesto argomento, la v’ ebbe certo c copiosissima allorché la peste, di cui ho parlato, aveva mietuto innumerevoli vittime, c quindi aveva moltiplicalo le questioni sulla facoltà lasciata dai defunti e sulla misura della decima dovuta al clero. E i litigi continuarono lungamente; e quanto più continuavano, tanto più si rendevano difficili ed intralciati. Perciò nell’anno 1348 fu progettata dal governo una composizione, e il vescovo Nicolò Morosi ni, col suo capitolo, coi pievani e rettori delle chiese e col clero tutto della città e diocesi, acconsentì per allora alle proposte, che, in nome del doge e della repubblica, gli fecero i due procuratori di san Marco, Bernardo Giustinian e Marco Loredan : cioè, ch’egli e il suo clero percepissero dodici mila ducati d’ oro, come diritto del passalo, e selle mila all’ anno per 1’ avvenire. 11 pontefice Clemente VI, clic risiedeva in Avignone, approvò e confermò colesta composizione, e le questioni cessarono per qualche mese. Per qualche mese, io diceva ; perchè non andò guari, che il vescovo e il clero, formando un calcolo sulla quantità delle persone morte nel tempo della peste e sulle ricchezze lasciale da esse, riputarono defraudati di troppo i loro diritti di decima, ridotti alla somma de’ suddetti dodici mila ducati : rinnovarono perciò le loro querele al senato, le loro istanze al pontefice, el ottennero che fosse