106 LIBRO XIII, CAPO XII. ducati d’ oro, finché durasse la guerra, e gli diedero cento soldati di cavalleria, perchè potesse difendere in ogni e qualunque evento i due castelli sunnominati. Ma poiché tanti prosperi eventi delle armi confederate non valevano a fiaccare 1’ orgoglio dei signori di Verona, risolse Pietro de’ Rossi di fare ritorno al suo quartier generale di Bovolenta, per disporre colà una nuova spedizione di truppe a piedi e a cavallo verso le parli del veronese ; acciocché, molestali gli Scaligeri in lutti i punii, dovessero alfine darsi per vinti. Della quale spedizione egli affidò il comando a suo fratello Marsilio ed al marchese Nicolò d’Este, in qualità di provveditori dell’ esercito : n’ era poi capitano supremo Lucchino Visconti, zio di Azzo, a cui professavano amore c rispetto tulli i principi della lega. Egli parli alla volla di Mantova il di 26 maggio, con ordini positivi di operare ostilmente ovunque avesse trovalo resistenza, e di dirigersi ad assalire Verona. Dicono gli storici fiorentini, che 1’ esercito ascendesse a quattro mila uomini di cavalleria ed a grandissimo numero di fanteria. Mastino, che dalle sue spie era stato informato di tutte le mosse dell esercito confederato, uscì di Verona ad incontrarlo, con una truppa di tremila cavalieri e con corrispondente numero di fanti, ed offerse battaglia al milanese capitano, che stava accampalo a quattordici miglia dalla città. Ma, non si sa per quale cagione, Lucchino, invece di accettare la sfida, partì precipitosamente in quella notte medesima con tutte le truppe milanesi. Marsilio de’ Rossi e il marchese d’Este, e tutti gli altri provveditori dell esercito, si turbarono assai per questo vituperevole conlegno del Visconti : tanlo più perchè 1’ avevano istantemente pregato a non commettere un errore sì grave, od a lasciar loro almeno le truppe milanesi, con cui Marsilio non avrebbe esitalo ad arrischiar la battaglia. Gli storici milanesi (1) cercano di scusare questa risoluzione impróvida di Lucchino, dicendo, che non volle combattere, perchè aveva scoperla (i) Chrpn. Modoetieiu. Giulini, Continuai, della storia di Mil., pari. I, pag. 3^9 ; *d altri.