452 LIBRO XVI, CAPO XI. la restituzione delle robe e delle persone : ma la promessa non eseguirono. Perciò fu spedilo a Genova nuovo ambasciatore Marco Giustiniani, il quale non ottenne che inefficaci promesse : anzi, con finissima scaltrezza, i genovesi rovesciarono sopra i veneziani la propria colpa, c con audacia stranissima si lagnarono invece del-1’ insulto fatto ad essi dai nostri nell’ isola di Cipro. La repubblica veneziana comandò allora, che tulli i sudditi suoi uscissero sino a nuovo ordine da quell’ isola. CAPO XI. Lega contro i veneziani. Ostilità. Queste discordie tra i genovesi e i veneziani, cagionate e fomentate dai due avvenimenti testé descritti, porsero favorevole occasione al signore di Padova, per procacciarsi assistenza ed ingigantire la sua forza contro l’abborrita padronanza della nostra repubblica. Egli mandò ambasciatori nella Liguria per formare causa comune con Genova ed operare di concerto a danno della temuta rivale. Stimolò inoltre ad animosità contro Venezia anche altri principi, i quali avevano una qualche particolare cagione di non amarla. Vi si collcgarono perciò Lodovico re di Ungheria, geloso mai sempre della sua sovranità; Marcuardo patriarca di Aquileja, il quale, padrone del Friuli, agognava al possesso della confinante Marca trivigiana, posseduta suo malgrado dai veneziani ; Gherardo da Camin, che di mal occhio ne vedeva a sè vicina cotanto la padronanza. Ma nel mentre che questa lega formavasi a danno della repubblica di Venezia, non trascurò neppur questa di procacciarsi dal canto suo degli alleali. Si diresse da prima a Federico III, re di Sicilia, ma ne riuscirono infruttuosi gli uffizii. Spedi poscia Pietro Cornaro ambasciatore a Barnabò Visconti, signore di Milano, ed ottenne un trattato, la cui sostanza riduce-vasi a questo, che nella guerra imminente, a cui aneli’ egli avrebbe