ANNO 1372. filo carico dei veneziani, tranne quelle che furono stabilite quando Marsilio aveva il governo; offrisse ogni anno il giorno dall’Ascensione un pallio d’ oro del prezzo di trecento ducati in onore di san Marco, a perenne ricordanza della sua sommessione ; fosse lecito ai veneziani il vendere sale a Padova e nel distretto ni prezzo di Venezia e senza pagarvi gabella alcuna; potesse ogni padovano, senza opposizione del principe, trasferire merci a Venezia e riportarne immuni da pedaggi, dazi e gabelle; si spianassero per sempre le fortificazioni di Stigliano, di Mirano, di Oriago, di Castel-carro e di Borgoforte; passassero in potere della repubblica la torre di Solagna e il castello di Bassano con ogni sua appartenenza, le cui munizioni per altro e il rimanente degli stipendii ai soldati, che vi fossero dentro, rimarrebbero a carico della repubblica stessa : si delincassero finalmente i confini degli stati veneziano è padovano da quattro nobili della repubblica. » — Questi patti preliminari ponevano il da Carrara non solo, ma tutti altresì i sudditi di lui, nella più dura situazione di dipendenza dai voleri dei veneziani, e gli umiliavano vergognosamente sotto il giogo, che loro imponevano i vincitori. E sebbene in tutte le cose avesse agito Francesco di proprio arbitrio, e senza interpellare la intenzione del popolo, tuttavia in questa occasione volle convocarne il Consiglio, acciocché non si avesse a rovesciare sopra di lui tutta l’ignominia della gravissima umiliazione. Furouo radunati adunqne i consiglieri comunali e i primarii del popolo padovano e loro furono lette le condizioni surriferite, cui proponevano ad essi i veneziani quale prezzo della pace tanto desiderata. La somma durezza di esse provocò a sdegno quei cittadini, i quali di unanime sentimento preferirono all’accettarle l’estrema loro rovina. Si prepararono perciò a nuove battaglie parziali, or qua or là, nel territorio loro e nel trivigiano: furouo queste di vario esito. Entrò a danno di Francesco altresì il tradimento. N era primario autore suo fratello Marsilio, il quale, profittando dei lagni, che facevano contro il principe alcuni cittadini, ed assistito altresì da