anno 1539. 123 Scaligeri cedevano liberamente alla repubblica di Venezia la città di Treviso con tutto il suo distretto e coi castelli, fortezze e villaggi, che in esso esistevano, incominciando dai confini delle lagune sino a Bassano ; — Che le cedevano anche Bassano con tutte le sue appartenenze, a condizione per altro che i vicentini potessero da quel territorio ritirare le proprie rendile, senza veruna gabella, ed egualmente i bassanesi dai loro beni del territorio vicentino ; — Che la fortezza di Caslelbaldo sarebbe pure ceduta alla repubblica, ma col patto che si dovesse togliere la catena tirata sul-1’ Adige e demolire la torre che vi si erigeva sull7 opposta riva : — Che mai non si avesse a risquolere veruna gabella sopra le mercanzie, che fossero passate di là, ned esigerne verini’altra ad Ostilia, o nel Po, né frapporre verun impedimento ai mercatanti, che vi fossero passati per recarsi a Venezia ; — Che a queste medesime condizioni dovesse stare obbligalo Ubertino da Carrara allorché dalla Signoria di Venezia gli fossero ceduti Caslelbaldo e Bassano; —Che ai fiorentini cedevano gli Scaligeri liberamente i castelli di Pescia, di Buggiano, di Allopasso e di Colle, nel territorio lucchese, a patto di lasciare ai fuorusciti Uucca il possesso dei loro beni colà esistenti ; —Che ad Ubertino da Carrara’si lasciava il libero dominio di lullociò che attualmente possedeva ; — Che i Bossi di Parma fossero rimessi al possesso di tulli i loro beni, ed esenti in perpetuo da gravezze e gabelle; anzi ai due fratelli Bolando ed Andreasio prometteva Mastino l’assegnamento mensile di cenciuquaula fiorini d’ oro ; — Che al Vivaro da Vicenza assegnava similmente Io Scaligero un mensile salario di cento fiorini d'oro e conccdevagli l’esenzione dalle gabelle e dai dazii, e ne cancellava il nome, siccome di tulli gli alil i complici suoi, dal registro dei ribelli ; — Che i due figliuoli del re di Boemia, Carlo e Giovanni duca di Carintia, entrassero a parie in questo trattalo di pace, unitamente alle due città di Feltre e di Belluno; — Che in questa pace avessero ad essere similmente compresi Azzo Visconti signore di Milano, i due marchesi d’Esle Obizzo e Nicolò