68 Lindó xiii. capo ix. • giammai (1), c presi a fede alle favole de’ più scrcdilali cronisti. » E Ira queste favole il sapientissimo Foscarini smentisce nella soggiuntavi annotazione quella appunto del soprannome di Cane ; e dice: « Tal è quella del lib. I, pag. 517. Abjectiore habilu (lux ille • Venelomm, qui Canis ab ip.iis Venetis appella! ns est, quod coralli • Clemente V, pont. max. laqueutn collo mseruisset, deinde pedibus • ac manibus quadrupedi.? in modani gradiem, veniam a ponti/ìce ma- • xirnò petiisfiel. Intende di Francesco Dandolo crealo nel 1328 e » cognominalo Cane (2). II Sansovino, pag. 567 e Ti08, fa vedere » che il padre c 1’ avo di Francesco era stato chiamato Cane nelle » private e pubbliche scritture. Delle pubbliche adduce una lettera » di credenza del doge Giovanni Dandolo, 2 agosto 1281, ove • dice: Recognovimns et fatemur per nobiles et sapientes vi ros Joan- ■ tieni Cunan Dandulo etc. Di essa fece pur uso il Crasso nelle » note al Giannolti conira il Sabellico incauto seguace di quella (i) Non sarà fuor di proposito, clic col- r> che Veneti curnplebe communicare sole stesse parole del Foscarini io ricordi la- ” leni minores aliquot Mqgistratus et luno di questi suoi spropositi, u Dopo aver » curationes ; imtnó vero Primicertum, » calunniato cTi trascuratila nel suo Método « cujus surhma in República dìgnitas » dell Istoria il governo veneziano nel- ■* est ac fructuosísima scribarum mune- » I1 educare la gioventù, il che si è confa- « ra plebejis attribuere etc. Una parte di * lato più sopra, se ne ritratta nel lib. VI w qneslo sbaglio è ribattuta dal Crasso nelle * de República, dicendo, che sapeva es- ” note al Giannolti, pag. 3a5. E così pag. ’» sersi pochi anni avanti istituito appresso 238 e 23q, lib. /, ha un grossissimo er- '* noi il Magistrato de Censori. Saper do- n rore circa lutto l'ordine de1 Consigli * veva, che un tal magistrato non fu eretto r» pubblici. Se quivi parla del Consiglio ». per moderare i costumi, ma per opporsi1 «dei X con l’aggiunta, basta per confutar- * ali’ ambito de' patrizii. Nel quarti» libro * lo leggere AndreaMorosininel lib. XIII; n commise degli errori consimili.Tal è il se- «e se dello stesso Consiglio dopo V anno agüente, che ognuno alcun poco istruito v> 1582, si confronti col Nani nel lib. / 11.* •»delle cose veneziane agevolmente ìileve- Accennare e smentire favole ed imposture ’» rà : Vieneti ut )lisce difficultatibus oc- degli stranieri, per porre in chiaro e di- currerent ( di salvare segretezza ) swn- fendere la storia nostra, non è inai tuor di x ma quaeque in República septem viris luogo nè fuor di tempo. uut Saprentibus deliheranda. saep'us- (2) Si avverta, che il Fosca« ini segnò y* que decernenda committunt ne arca- Panno i328, perchè stelle al solito calcola w ria imperli in vulgus manare possint : more veneto, siccome usarono luti; gli alile l'altro alla pag. no5, ove asserisce, tri scrittori nostri.