iOft LIBRO XIII, CAPO XII. in Venezia (1) il giorno 10 di marzo del corrente anno 1337. Fu stampato dal Muratori nelle sue Antichità estensi (2). Fin qui gli scapili sofferti dai signori della Scala non erano stati di grande considerazione; perciocché riducevansi alla perdita di pochi castelli, la quale fu compensata dairacquisto di alcuni altri. Ma dacché i veneziani furono favoriti dall’affluenza di tanti alleali, le cose degli Scaligeri andarono sempre più alla rovina. Imperciocché in quegli stessi giorni in cui Guglielmo da Campo san Piero aveva lasciato il partilo di loro, ed aveva invocato la protezione della repubblica di Venezia, perdettero eglino anche il castello di san Zenone, Conegliano, Cittadella ed altri luoghi di minore importanza. Pietro de’Rossi, vedendo così prospere venture dell’ armata, a cui comandava, volse i suoi pensieri alla città di Treviso, ed a quella volta si diresse con molte truppe, il dì 9 aprile. Giunse ai borghi di essa quasi nel tempo stesso, che alcune barche di soldati veneziani, navigando su per lo Sile, avevano assalito Musestre e ne battevano, co’ mangani e con attrezzi da guerra, ¡1 castello. Finché questo corpo lo polé raggiungere, dopo di avere vinto Musestre e di essere sbarcato al Musile di sant’ Ambrogio, egli fece avvicinare il suo esercito alla città, e ne pose il campo nel sobborgo de’ santi Quaranta, di cui s’era impadronito senza veruna opposizione. Giunto poi che fu quello, diede ordine, che andasse tosto ad appiccare il fuoco al sobborgo di santa Maria maggiore, e di là poscia passasse a fare altrettanto a quello di san Tommaso. I trivigiani, usciti a difendere la città, non valsero a resistere all’impeto dei nemici; sicché furono costretti a ritornare fuggitivi entro le porte. Lo spavento, che occupò tulli gli animi per una comparsa sì repentina e più ancora per una sì prospera ventura dell’esercito veneziano, fu estremo ed insuperabile. Temevasi ad ogni momento, (i) Ved. la Cron. di Bolog., pag. 372, Ved. anche il Verci, lib. X, pag. e seg. e la Cronichetta di questa guerra, scritta del tom. XI. da Jacopo di Giovanni, piacentino, pag. 86. (2) Nella pari II, pag. 98.