anno 1358. H9 Ritornò alfine a Venezia 1’ ambasciatore di Mastino, portando modificata così la condizione di consegnar Lucca, come in deposito, alla repubblica : che i veneziani la tenessero liberamente per sette anni, a patto, che, se dentro questo periodo di tempo avesse avuto luogo un accordo tra lo Scaligero ed il comune di Firenze, ne dovessero disporre nel modo, che fosse stato stabilito dall’ accordo medesimo ; ma, se dentro il fissato periodo non si venisse a veruna conclusione, restituissero Lucca al signore di Verona. Benché i veneziani egualmente che i fiorentini, ed egualmente che lo stesso Mastino, volessero conchiudere la pace ad ogni costo ; e perciò quelli non sarebbero stati lontani dall’ accettare siffatta proposizione; tuttavia i fiorentini riputarono più profittevole il possesso di una sovranità presente, piultostochè la speranza di una futura. Perciò si mostrarono propensi ad aderire al trattato qualora, invece di Lucca quando che fosse, venissero loro consegnati al presente i quattro castelli lucchesi di Cerulio, dì Altopasso, di Buggiano e \li Pescia. Il maestro Francesco, che trattava per Mastino, non aveva su ciò facoltà veruna : sorse quindi una nuova cagione di ritardo finché ne venisse la risposta dal suo comandante. E qui converrebbe, eli’ io potessi allungare di alquante pagine il mio racconto, per esporre, colle parole del cronista contemporaneo Jacopo di Giovanni piacentino, tutti i maneggi dei varii interessati, per arrivare a conchiudere questa pace; la manifestazione dei quali smentirebbe molte calunnie, che gli storici fiorentini, invidiando alla figura luminosa della nostra repubblica in questo affare, e dolenti di non aver potuto arrivare al tanto desiderato conseguimento di Lucca, sparsero coi loro scritti in discredito dei veneziani. S' sappia intanto, questa esserne stata la malignità del Villani, di Marchionne di Coppo, dell’ Ammirato e di altri, che si copiarono 1’ uno dall’allro; contro i quali il solo cronista sunnominato, testimonio oculare, notaro anzi, che ne scrisse il trattato, è più che bastevole a difendere la lealtà e la buona fede della veneziana repubblica.