352 LIBRO XV, CAPO XIII. Dal che io conchiudo, od essere al Sanudo sfuggita inavvertitamente quella circostanza e senza averla confrontata coi registri della cancelleria ducale, od averla scritta forse, perchè a’ suoi giorni si fosse creduta in vigore ed accettata di già nel 1452 quella od altra simile parte, che più tardi soltanto era stala presn veramente, cioè nel 1476 e nel 1488. Il Darù poi e il suo difensore, i quali non conobbero che pochissimi dei nostri storici, nessuno dei nostri cronisti, nè videro mai pagina dei preziosi monumenti contemporanei, che ci conservarono i nostri archivi; reputarono inappellabile l’autorità del Sanudo, e su alcune inesattezze di lui appoggiarono le loro magistrali sentenze, contro il giudizio di chi meglio informato ebbe occasione di correggerle: siccom’è questa, dalla quale, secondo quel valoroso traduttore, appare che leggi sul lusso esistevano prima del 1452. E quasiché un secolo fosse un tratto di tempo di pochissima considerazione, egli non ha difficoltà a far rimontare siffatte leggi pivbabi/mente all’ epoca assegnata loro dal Darù, cioè all’anno 1361. Si noli poi, che il Darù non parla soltanto di leggi sul lusso, ma dei magistrati istituiti al proposito di farle osservare (1) : mentre gli storici nostri e i nostri cronisti, d’ accordo coi pubblici documenti, non ci mostrano istituita quella magistratura se non che nel 1514. Alla sua volta ne parlerò distesamente. CAPO XIII. Muore il doge Giovanni Dolfin: gli succede Lorenzo Celsi. Non andò guari, che, dopo condotte a line le cose della guerra col re di Ungheria, una straordinaria mortalità si sviluppasse nelli-stria ; donile, serpeggiando per la provincia del Friuli, venne a desolare anche Venezia. Il Trevisan la segnò sotto l’anno 1360, e la disse durata un anno (2), nel cui periodo « mori assai del (i) Lib. XI, § vii, pag. a33 del toni. II. (a) Pag. LXXXX\ 1.