1320. ]»iù contenti. I soli malcontenti, elio non sopportavano volontieri il ilominio della repubblica, n'erano i nobili, i (piali, orgogliosi della loro domestica condizione, avrebbero ambito di arrivare alla sovranità, da cui invece si vedevano esclusi, perchè su di essa non avevano diritto che i soli nobili di Venezia. Al quale proposito sapientemente scrisse il Sagredo (1): « In un governo assoluto, • ogni cosa emana dal sommo imperante , che se gratifica di • onori, di privilegii e di lavori la nobiltà, questa, anzi che adon-» tarsi dell’ obbedire a chi è signore di tutto, si onora di prestargli • anche privati servigi. Il sommo imperante, escludendo da questi • privati servigi gli altri sudditi, e con questi privati servigi con- • fidando la sua persona ai soli nobili, li fa desiderare. Ne’ governi • rappresentativi, quando la nobiltà forma di per sé sola un corpo dello Stalo, clic ha voce come lutto il resto della nazione, sia personale, sia ereditaria, la nobiltà non disdegna il capo dello • Stalo, non disdegna la intiera rappresentanza della nazione, di • cui è parte integrante. Ma un' aristocrazia suddita ad un’ altra » aristocrazia, ridotta a vanità di titolo, non può amare l’aristocra- • zia dominante; le preferirebbe il dominio di un solo. • Verissimo dottrinale del nostro erudito scrittore ! A cui egli soggiunge tosto f applicazione sull’ argomento in discorso, e dice : • Tale avvenne • dei nobili eli’ erano sudditi ai nobili veneziani; e tanto più av-» venne in quanto che le nobiltà suddite facevano ciascheduna un ■ corpo separalo, che aveva privilegi, autorità, ma non dominio. • Il qual corpo era composto di due qualità. La prima era di quei » casati illustri per antichità di prosapia, moltissimi venuti cogl’im-» peratori tedeschi in Italia, donati da loro di feudi e giurisdizioni. • Frano quei feudatari di castella e contadi, che domandarono la • cittadinanza dei comuni italiani e poi ne cagionarono la distru- • zione. L’ altra era di popolani grassi, che, o per merito o per • denaro, venivano aggregali alla nobiltà provinciale, e presto (0 l.uo*. cil.. pa» 194 e Jfg