220 LIBRO XIV, CAPO XV. Ho notato altrove (1), che il vescovo di Venezia, detto olivolese una volla, castellano di poi, nominavasi anche vescovo dei morti; ed ho accennato di volo, essergli derivato un tal nome * perchè, o fosse » costume, o fosse per altro motivo, soleva accompagnare i funerali » de’suoi diocesani. » Ma più che perciò gli e n’era derivato il nome da più rimota e determinala cagione: ed ecco il momento, in cui la devo esporre nella sua origine. Tutti gli altri vescovati e benefizii ecclesiastici percepivano annualmente, e ciò per diritto divino, sino dalla loro originaria fondazione, la decima parte dei frutti delle campagne ; e questa formava la rendila del vescovo e del clero, sicché potessero avere i sacri ministri un sostentamento congruo e proporzionalo al grado loro. Ciò non avveniva in Venezia, ove non essendo campagne, tulio il popolo viveva della pescagione e del traffico : era stalo invece stabilito, sino dal tempo della fondazione della sua cattedra vescovile, che ciascuno alla sua morte lasciasse al vescovo per testamento la decima sulla facoltà clic possedeva. Della quale il vescovo poi doveva far quattro parti: una per sè, un’ altra pel clero, la terza per la fabbrica, ossia per lo mantenimento delle fabbriche sacre e per le spese del cullo ecclesiastico, la quarta per i poveri. II vescovo percepiva intiera sempre la sua porzione; le allre tre, del clero, delle fabbriche e dei poveri, spellavano alla conlrada, a cui apparteneva il defunto, ed ivi il clero, la chiesa, i poveri, nc godevano la quota rispettiva : tranne, clic delle due ultime se ne dava una quarta parte al vescovo, acciocché la impiegasse in elemosine ai poveri di lulta la diocesi ed in ristauri od altro della chiesa cattedrale di san Pietro di Castello. Ciò si esegui regolarmenle ed esattamente per più secoli, senza opposizione né contrasto veruno. Ma dappoiché nel corrente secolo XIV incominciarono i vescovi e i preti a mostrarsi soverchiamente interessati nel pretendere colesto loro diritto; cosicché non di rado ne restavano offese. (i) Nella p»g. 100 del tol. I.