anno 1330. 235 • la parola della fede, re e signore della cadrega di Dio, siede » nelle sue terre, signore de’ due mari, servitore delle due leggi, » lo nobile signor re de’ credenti Esmail figliuolo del soldano, il • testimonio, il re vittorioso nel mondo e nella legge di Maometto, • figliuolo del soldano e credente le loro vittorie clic gli manutenga » Iddio il suo reame, la sua cavalleria e ’1 suo oste. In nome della » grazia di Dio ricevemmo le lettere del doge gentile, nobile e pos-» sente Andrea Dandolo, onore della fede cristiana, della Croce e « del Battesimo, Doge di Venezia, amico de’ re e degl’imperatori. • Dio lo mantenga ne’ suoi stati e nella sua possanza. • Più di questa corrispondenza epistolare merita d’essere ricordato il trattato di tregua concbiuso per un quinquennio, il dì 19 novembre 1349, in Venezia, nel palazzo ducale « tra’l serenissimo • signor Giovanni imperatore de’ Romeotti Cantacuzeno e Giovan-» ni Christo Deo fedele imperatore Paleologo, e ’1 circospetto Zac- • caria Contarmi ambasciatore e sindico dell’ inclito doge c comu-» ne di Venezia, doge messere Andrea Dandolo. » In questo trattato si trova memoria di un prestito, che i veneziani avevano fatto sei anni addietro, al suddetto imperatore Giovanni Paleologo, di trenta mila ducali, in pegno dei quali egli aveva depositato nelle mani del bailo veneziano, residente in Costantinopoli, di Paolo Vernerò e di Micheletto Pisani, mollissime gioje preziose, trasferite sino d’allora a Venezia e depositate nella procurata di san Marco (1). L’inventario e il peso di esse ci furono conservati dallo stesso Sanudo, il quale poco prima le aveva commemorate : giova qui il trascriverlo per curiosa erudizione. • Un balasso pesò saggi 12 e caratti 16. Un balasso pesò saggi 14 e caratti 3. Un rubino pesò saggi 12 e caratti venti e mezzo. Un balasso pesò saggi 16 e caratti 16. * (i) Di ciò si trova memoria nel Notatorio IV, della cancelleria ducale- nella sezione dell'archivio della Signoria.