anno 1576. 425 Stette la cosa alquanto tempo in silenzio ; ma poi rientrò di bel nuovo nel Paleologo il desiderio della liberazione. Scriss’ egli per ciò un’altra volta allo Zeno, pregandolo ad ajutarlo, ed assicurandolo tra le altre cose di avere disposto nel suo testamento, che l’isola di Tenedo passasse, lui morto, in potere della repubblica di Venezia. E perchè gli prestasse indubbia fede, mandò a lui da leggere il testamento medesimo. Dal che fatto più animoso lo Zeno, non pose indugio a tentare un secondo colpo. Consegnò la risposta alla castellana, la quale, nascostala nelle scarpe, la recò alla torre di Amena. Ma per mala sorte quella fatai lettera si perdette in cammino e giunse alle mani della moglie di Andronico. Si fece ben tosto ogni più scrupolosa indagine per sapere chi fosse entrato nella carcere; nè vi si trovò che la sola castellana, la quale, presa sull’ istante ed esaminata, per paura dei tormenti rivelò ogni cosa. Soppesi, Carlo Zeno essere il capo di quella trama : nè potendosi in veruna guisa averlo nelle mani ; perciocché aveva trovato tempo a fuggire ed a raggiungere la flotta veneziana, clic in quei giorni appunto incrociava in faccia a Costantinopoli ; s’intimò al bailo veneziano, il quale risiedeva in quella capitale, di doverlo sotto la sua responsabilità consegnare al governo. Marco Giustiniani, vedendo arrivare il genero suo coll’ ansietà di uomo, che fugge da un supplizio, ed udendo il racconto del tentativo sventato, e molto più leggendo il documento, che assicurava alla repubblica la cessione di Tenedo, ne stupì fuor di modo: e sebbene il valore di quello scritto potesse venire impugnalo, perciocché non di uomo libero, lultavolta 1’ importanza di quel possedimento lo indusse a far vela immediatamente con dieci galere alla volta di quell’ isola. Della quale chiese la consegna ; ne mostrò il documento, ed ebbfcla senza difficoltà dal governatore, eh’ era assai meglio affezionalo ai vecchio imperatore Calojanni, clic non al-1’ usurpatore figliuolo. Lo Zeno allora, lasciato nell’ isola un buon presidio di soldati, capitanati da un valoroso gentiluomo, s'imbarcò e venne a Venezia. voi,, iv. 54