anno 1336. 87 le rappresaglie contro i padovani e i trevigiani. Del che si dolse assai Mastino della Scala, il quale in ricambio serrò ai veneziani le strade e le palafitte, acciocché non potessero più trasferire a Venezia lo loro derrate di terraferma. Il senato allora, prima di rompere guerra definitivamente, mandò ambasciatori a Verona per assestare tutte le differenze. Anche Mastino mandò a Venezia Marsilio da Carrara, ma con ordine di non venire giammai ad una decisiva risposta, di starsene sulle generali e di studiarsi di deludere la credulità della repubblica con simulate ragioni. Se ne avvidero i saggi consiglieri del senato, e fu deliberalo di agire contro gli Scaligeri ostilmente: perciò si proibi, che si portassero ai loro stati le manifatture di Venezia ed il sale. Al che provvide Mastino col far da prima venire il sale dalla Germania, e poscia lo persuase Marsilio da Carrara, appunto per porlo in lotta coi veneziani, a fabbricare un castello oltre i confini del territo-torio padovano, ed ivi piantare saline e farselo da per sè, senza aver più bisogno di quello dei veneziani. Ed il castello fu piantalo a Pctadebù, dove appunto nc avevano piantalo un altro i padovani, trenlatrè anni addietro. Vi fu mandato per costruirlo Federico deJ Cavalli: ed in onta di nuove ambasciate della repubblica allo Scaligero, i lavori progredivano di giorno in giorno, ed il castello sorgeva, proietto di fosse, forte di mura, difeso da circostanti edifizii. Tutte le città soggette ai signori di Verona furono costrette a contribuire all' impresa, somministrandovi in proporzione operari e denaro forzatamente. 1 veneziani, nel medesimo tempo, che rinnovavano le ambasciate allo Scaligero, mandavano un ambasciatore anche sul luogo dei lavori a fare, secondo 1’ uso di quei tempi, una solenne protesta al comandante ed agli operari, che là trovavansi, contro la violazione dei diritti della repubblica : la quale protesta facevasi prendendo tre volte una pietra del terreno e gettandola lungi da se, alla presenza di testimonii, e rogandone 1' atto per mano di pubblico notaro. Dal documento, che tuttora sussiste, e che qui