anno 1368. 395 produrre le preghiere e le esortazioni dei parenti e degli amici : si piegò finalmente, ed accettò d’ esser doge. Venne a Venezia il di 27 del medesimo mese, ove fu ricevuto con grande giubilo : nell’ indomani gli fu posta in capo la berretta ducale, e sotto i più lieti auspizii di pubblica letizia incominciò il suo principato. CAPO XX1I1. Ribellione di Trieste. • Andrea Contarmi giungeva alla suprema dignità dello stato in uno dei più felici momenti della repubblica : £$sa era in pace con lutti; l’ordine v’era conservato diligentemente nell’interno; il commercio n’era fiorentissimo al di fuori. Egli, a dir il vero, pose in opera ogni suo studio per mantenerla in questa prosperità ; ma le sue buone intenzioni, le sue premure, il suo amore patrio non valsero ad impedire, che piombassero sopra di essa le più funeste calamità; cosicché si può dire con franchezza, non esservi stalo verun doge, il cui governo sia riuscito più infelice del suo. 1 limori del Contarini nell’ accettare l’incarico, furono pur troppo giustificati dall’ esito, il quale non fu che una lunga serie di pubbliche calamità. Incominciarono queste dall’inaspettata ribellione della città di Trieste, i cui abitatori, oltre che dalla loro naturale avversione alla repubblica di Venezia, erano eccitati alla sedizione da principi stranieri bramosi di farsi padroni di quell’ interessante punto marittimo. Mendicavano perciò continuamente pretesti per ribellarsi: ne trovarono uno alla fine, cagionato, secondo alcuni storici, da un’origine, secondo altri da un’altra. Narrano quelli, che, essendo nata una rissa privata tra popolari triestini e soldati di una galera veneziana, ne fosse trucidato il capitano, e che la plebe inferocita, avesse abbassato la bandiera di san Marco, 1’ avesse lacerata in