61 dalla finestra d’un ultimo piano risplende. Oh ! chi piange, o patisce là entro ? Misero ! ivi al sonno farà forse guerra, e s’ accorcerà sulle carte la vita qualche infelice, vago di sapere 0 di fama. Oh sventurato ! qual pensiero, qual vaghezza ti prese, o qual frutto, qual mercede ne speri ? Spegni, spegni, o lasso, il tuo lume, e riposa. Il critico inesorabile, ch’or tira innanzi tranquillamente i suoi sonni e leggerà poscia 1 tuoi libri, non ti terrà già conto de’ tuoi lunghi travagli e delle affannose vigilie, e ad ogni piccola menda come cane ringhioso s’avventerà sul sudato lavoro : oh quanto più spesso la fama scende a trovar altri fra il soave tepor delle piume ! Ma già le provvide ronde han fornito per la città i loro giri ; deposero le lunghe aste e le loro cento facelle quegli umili ministri di Vesta eh’ hanno in cura il fuoco sacro delle nostre cittadine lanterne, e già la vigile scolta marina saluta col fragoroso segnale il mattino che sorge, a cui dall’ alto a festa con un inno di suoni rispondono le campane della gran torre. Il giorno incomincia, approdano alle rive della Erberia i battelli e le barche, ed antelucano ivi il primo rumore cittadino risorge.