200 LA CORTE DI CETTIGNE Alla sera, dopo cena, la famiglia è quasi sem- pre riunita, e mentre il Principe disbriga talvolta gli affari col suo segretario e col presidente del Consiglio a un tavolo, in un angolo della sala, i suoi figli fanno della musica, leggono delle poe- sie e conversano amabilmente. Spesso a queste pic- cole riunioni intime interviene qualche diploma- tico con la sua signora, ma non a giorno fisso. Gli inviti scritti e stampati sono aboliti a Cetti- gne. Sembrerebbe una ridicolaggine il mandare in giro i soliti cartoncini fra persone che si ve- dono due o tre volto al giorno, e le cui case non sono mai lontane le une dalle altre più di un tiro di fucile. Anche a Corte, quando v’ è un ricevi- mento, gl’ inviti sono fatti verbalmente da un aiu- tante di campo o da un funzionario che va a fare il giro delle persone da invitare: in caso nor- male è il Principe o qualcuno della famiglia che invitano personalmente. Il solo ricevimento davvero solenne è quello che ha luogo per la fine dell’ anno, la più grande festa per tutti gli ortodossi. E una delle cerimo- nie più caratteristiche, più originali che si possano immaginare. Per le 10 di sera sono invitati al palazzo i grandi funzionari dello Stato, tutti i capi dei di- stretti e delle capitanie del Montenegro, e i gla- yari (da glav capo, testa) dei plemeii. A volte in