556 LIBRO VIII, CAPO XIV. Promisero i veneziani a lui e a tulli i suoi seguaci la personale sicurezza, la resliluzioue di tulli i loro beni, la rinnovazione di tulli i diritti e privilegii, che godevano per l’addietro. Al Calergi in particolarità fu concessa 1’ esenzione da qualunque pubblico aggravio, e inoltre gli fu conferito il più alto grado di onore e di dignità per tutto il corso della sua vita. Egli accettò questi patti, e in contraccambio obbligossi con giuramento ad essere nemico dei nemici della repubblica veneziana ed amico degli amici di lei. Non saprei dire, se più fosse ammirabile in seguito la lealtà del Calergi o quella della Repubblica nel mantenere le promesse scambievoli. In siffatto genere di trattali, più facilmente avviene che si vedano violati i patti, di quello che mantenuti ; massime se ad un governo potente riesca di ridurre in soggezione chi se ne voleva sottrarre. Ma nel caso, di cui sto narrando, la lealtà di una parte fu appoggio e stimolo alla lealtà dell’altra; e quanto più la repubblica si mantenne fedele coi popoli di quell’isola, tanto più il Calergi e le fu fedele per sè c le conservò fedeli i suoi compatrioti ; ed ebbe anche occasione di mostrarne coi latti il suo animo. Avvenne infatti, non mollo dopo, clic una forte scossa di terremoto demolisse un buon tratto delle mura della citlà di Candia. I greci, che dietro il loro condottiero avevano bensi dovuto capitolare coi veneziani, ma nell’ animo conservavano sempre il seme della discordia e lo spirito della ribellione, credettero di dover profittare di quella occasione per insorgere di bel nuovo contro i loro dominatori. Lieti di vedere la capitale del regno esposta senza difesa a qualunque attacco guerriero vi si avesse voluto tentare, corsero al Calergi, perchè si facesse nuovamente loro capo e condottiero, e colla sicurezza dell’ intento desideralo si fosse accinto seco loro a scacciare dalla citlà e quindi dall isola di Candia i veneziani. Prudente e saggio com’era, e conoscendo d’altronde l’indole impetuosa de’suoi compatrioti, non volle in sulle prime dar loro un’ aperta ripulsa ; ma con buone e tranquille espressioni fece sentir loro, che ciò era stalo anche suo pensiero, e che vi si sarebbe