ANNO 1260. 347 umiliarono. Egli li ricevette con ogni onore e con giubilo, loro impartendo la sua benedizione : e diede a messer ¡Nicolo e a messer Matteo due frati predicatori, i più savi che fossero in quella provincia, frale Nicolò da Vicenza e frate Guglielmo da Tripoli, e aggiunse privilegi, brevi e lettere d’ambasciata per ilGranCan: e datele a’ due fratelli, e ai due monaci essi domandarono la papale benedizione. Così partirono insieme con Marco figlio di messer Nicolò e tornarono direttamente a Laias. » Quivi giunti suonò la novella che Bundoctar sultano di Babilonia invadeva con grande oste l’Armenia, e molto danneggiava quelle contrade, si che que’ messaggi correvano pericolo di cader morti o prigioni. Atterrili i due monaci, ricusarono di più avanzarsi, e, date a’due fratelli le lettere e i privilegi, andarono al maestro del tempio. » Messer Nicolò, messer Matteo e Marco figlio di messer Nicolò, impresero soli il viaggio, e tanto cavalcarono d’inverno e di estate che giunsero al Gran Can, che risiedeva allora a Clemen-fu, ricca e grande città. Quello che trovarono lungo il cammino qui non si conta perchè ve lo diremo più innanzi : solo sappiale che penarono ben Ire anni e mezzo ad andarsi per le vie disastrose, per le pioggie e per i fiumi gonfi che intercettavano i loro passi. » Quando seppe il Gran Can che messer Nicolò e messer Matteo a lui venivano, inviò incontro a loro isuoi messi a quaranta giornate di distanza, e molto in quel viaggio furono servili ed onorati. Giunti a Clemenfu andarono al palazzo dove risiedeva il Gran Can con numemerosa compagnia di baroni e prosternaronsi (1) dinanzi a lui. Egli fattili alzare li accolse onorevolmente e mostrò grande allegrezza del loro ritorno, e molto li addimandòdell’esser loro e del viaggio. I due fratelli risposero che bene stavano dappoiché lo avevano ritrovato sano e robusto. Gli presentarono allora i privilegi e (i) Suppongo questo vocabolo un errore Hi stampa (pag. io) perché il verbo prosternarsi nel linguaggio nostro in'è ignoto.