566 LIBRO Vili, CAPO IX. arrise propizia anche al Gradenigo, perchè potè predare otto navi genovesi cariche di ricche merci, e cosi compensò in qualche modo i danni recati dal nemico. Anelavano d’ambe le parli alla vendetta, e per quanto si fosse adoperato il pontefice Clemente IV ad impedire il progresso di un odio così feroce, nulla ne aveva mai potuto ottenere. Egli, per introdurre trattati di pace, aveva indotto ambedue le nazioni a mandare ambasciatori a Viterbo ; ma senza veruna riuscita. Si frappose quindi mediatore Filippo re di Francia, e persuase le due repubbliche a mandare i rispettivi ambasciatori a Cremona ; v’ interpose anch’ egli i suoi uffizii e con grande fatica li ridusse ad una tregua di cinque anni. Tutti questi fatti accadevano nel medesimo anno 1268. CAPO XX. Nuove magistrature di questi tempi. In mezzo alle tante cure, clic le gravissime imprese guerriere tenevano occupata la repubblica al di fuori, non se ne trascurava T interna polizia, a cui pensava il governo colla istituzione di nuove magistrature, a tenore dei bisogni, che di giorno in giorno molti-plicavansi. Nel tempo, in cui era doge Reniero Zeno, furono infatti istituiti i magistrati del Mobile ; dei Proveditori del comune, dei Visdo-mini alla Ternaria, dei Giustizieri vecchi e nuovi, e dei Visdomini al fondaco dei Tedeschi. Di ciascheduno parlerò in questo capo. Primo di essi fu il magistrato detto del mobile, il quale ebbe principio nell'anno 1255 per decreto del maggior consiglio. Ebbe questo nome per la qualità degli articoli, che furono sottoposti alla sua giurisdizione. Imperciocché i litigii di poca importanza e che stavano al di sotto del valore di cinquanta lire veneziane, secondo il corso che aveva la moneta veneziana di allora; giacché da un decreto