28G LIBRO Vili, CAPO II. » debbano gli zaratini somministrare un uomo per ciascuna fami- • glia a servizio della flotta stessa. — Che ad ogni cenno del go-» verno abbiano a spedire a Venezia novanta cittadini a rinnovare » il giuramento di fedeltà. — Che ricevano un proveditor vene-» ziano presidente della rocca, che s’incominciò a rifabbricare di » nuovo. — Che, senza licenza del senato, non possano rifabbricare » le mura della città. — Che, in ossequio della sovranità della re-» pubblica, mandino a Venezia cento cittadini, i quali a nome del » comune di Zara, genuflessi chiedano perdono della commessa » fellonia. — Che quindici de' capi della ribellione debbano, senza-» le loro famiglie, trasferirsi a dimorare cinque anni in Venezia. » Le quali condizioni furono dagli zaratini di buon grado accettate, perchè in sostanza poi non ne riusciva punto gravosa 1’ esecuzione ; c vi si obbligarono con giuramento per sè e pei loro discendenti in perpetuo. La quale magnanimità dei veneziani fu ignota al Laugier ; se pur non abbiasi a dire, eli' egli 1’ abbia determinatamente taciuta. Lo che sarei propenso a credere, per le brevi e bugiarde espressioni, con cui egli se ne spiccia il racconto, dicendo invece (1) : « Gli zaratini furono puniti con accrescere il loro tributo, e restarono » tranquilli. » Del Darù poi non parlo, perchè qui più brevemente ancora se ne sbriga, e sconvolge per tal guisa i tempi e le date da non potersene raccapezzare il filo per quanto spetta all’ intiera serie dei fatti, che appartengono al dogato di Jacopo Tiepolo. CAPO II. Ambasciatori veneziani al concilio di Lione. Nell’ anno 1245 era morto il papa Gregorio IX, e, dopo un pontificato di soli sedici giorni, n’ era morto anche il successore (i) Langier, Stor. Vtn.. lib. Vili.