anno 1206. 169 die la recò a Costantinopoli : e ne abbiamo a testimonio Giorgio Pisida (1), scrittore contemporaneo, il quale racconta, che nell’ indicato anno 610, venuto Eraclio dall’ Africa, dov’ era pretore, ed avendo assalito colla guerra il tiranno Foca, usurpatore del trono di Costantinopoli, portò con sè un’ immagine di Maria Vergine, nella quale confidava moltissimo, e con questa lo combattè e lo sconfisse. Egli paragona poeticamente colcsta immagine all’ Egida di Pallade, a cui era affissa la Gorgone, ossia il volto di Medusa, del quale munito Perseo, uccise il mostro, die voleva divorare Andromeda legata allo scoglio : e questo mostro medesimo dic’egli essere il tiranno Foca, a cui molti nomi ingiuriosi attribuisce, e tra questi quello altresì di ceffo da Gorgone (rà 7rpó7roi/ Tópyovot; ). Piacemi portar qui i suoi elegantissimi jambi, dei quali darò di poi la traduzione dell’ erudito Molin sunnominato (2). O ciXet; otwòv, coi; ó llep tré mi; ?r\àvoc, A’àà’ Ò.VTtacete; tm (pSopiì t&v 7rctp&ivMv Tò (ppiìltÒv t'ihoe, rUt; à^parroti TlapSevou. Avrìit; yàp ^Xic> T*v OVg 7rpo^ ÀKhà rdc; 7ro\a<; b\a.t;. Nè di tua man, come Perseo, quel mostro Stendesti al suol : ma solo a lui che tante Ver gin stuprò (3), di Lei, eh’ e lor Reina, Ponesti a fronte la tremenda Immago. Eli’ usbergo ti fu, quando la cruda Belva scendesti a debellar, e quando (i) Ved. Georg. Pisid., ediz. di Roma (a) Dell' antica immagine di Maria . 777, nell’ Eraclid. Acroas II, ver* .2 untissima, ec-, cap. X, num. II. (3) Ve«l. Zonar., l»b. XIV, cap. i4- vol. ii. 22