43(3 LIBKO Vili, CAPO XXXUI. si legga negli storici di Ancona e poi con quello che ci conservarono i nostri lo si confronti. Io sono d'avviso, che s’abbiano ad ammettere non poche esagerazioni dall’ una parte e dall’altra. Il Muratori se ne spiccia con poche parole e mantenendosi sulla generalità, senza fermarsi a fatti particolari: ne parla piuttosto per incidenza, nell’ atto di nominare il doge Jacopo Contarmi (1): « Sotto il suo • governo, egli dice, ebbero i veneziani lunga guerra cogli aneo-» nitani, e più d’ una volta la loro armata navale fu all’ assedio di » quella città, ma con poco onore e profitto. » Checche per altro ne dica il dotto annalista, l'affare nella sua conclusione riuscì invece di onore e di profitto a Venezia; e sì che gli anconitani vi mandarono ambasciatori a domandare la pace. Su ciò, più che le narrazioni esagerate degli scrittori o dell’ima o dell altra città, parlano i documenti autentici e i trattati di pace firmati in quella occasione Ira le due nazioni. Di tutto ciò reputo miglior cosa differire il racconto al libro che segue. CAPO XXXIII. Quadro storico delle diocesi veneziane. Qui infraliamo darò notizia dello stalo delle diocesi venete, riassumendone il filo di colà ove lo lroncai, in sul terminare del libro VI (2). E primieramente, secondo il solilo nominerò la sede patriarcale di Grado. L’ ultimo pastore, che la possedè, abbiamo vedulo essere stato Angelo 1 Barozzi, il quale v’ era stato promosso nell’ anno 1207. A lui venne dietro nell’ anno 1238, Leonardo 1 Querini, eh’ era primicerio di san Marco ; 1251, Lorenzo II, di cui, dice il Tentori (3), ignorasi il casato; (t) Annal. d1 ltal., ami. 1275. (a) Vag. 192. (3) Saggio sull» Stor. Veu. ecc.,tom. IV, pag. aG*j.