80 LlBllO V, C.VPO XII. Dopo avere tranquillato queste piccole differenze coi veronesi, ben di più gravi n’ ebbe il Dandolo a tranquillare coi pisani, antichi rivali del veneziano commercio. Eglino serbavano in seno mal sopito il rammarico per le discordie di llodi (1), ed aspettavano opportuno momento per tentarne la soddisfazione E lo credettero giunto adesso appunto, cbe le cose della Siria non li tenevano occupati in pensieri di guerra con quelle regioni : e fors’ anche se ne avvisarono con più sicurezza per essere stati accertati, che i veneziani avevano tutte le loro navi al disarmo e se ne stavano racconciandole. Tentarono perciò di farsi padroni di un qualche bel punto favorevole nell’Adriatico ; e venuti tacitamente nel golfo con molti legni, e velegiando lungh’esso il lido della Dalmazia, si avvicinarono a Pola, vi sbarcarono e se ne fecero padroni, prima che i veneziani avessero nemmeno avuto il più lieve indizio della loro azzardosa intrapresa. !Ma tostochè ne giunse notizia in Venezia, non si pensò che alla vendetta. Era allora, per verità, la flotta e la marineria in grave disordine, ned eravi speranza di poter prontamente impedire il progresso della funesta irruzione. Non si perde per altro dell’animo il magammo doge: egli, fatto per superare le più ardue difficoltà, seppe assai presto trarsi fuori dall’ imbarazzo. Supplì alla mancanza de’ legni da guerra dello stato col requisire tutte le navi mercantili, che si trovavano nel porto, ed armandole prestamente le pose in grado di disputare al nemico il possesso della ingiusta sua preda. Ne affidò il comando’a Giovanni Baseggio e a Tommaso Falier : e la flotta, più presto che non s’immaginasse, salpò dal porto e fece vela per l’Istria. Giunse essa a Pola quando meno il nemico se l’aspettava : i veneziani vi si scagliarono sopra subitamente, e con tanto impeto, che al primo loro urto vi sparsero la confusione e il disordine. Spaventati i pisani, non ebbero, per così dire, nemmeno il tempo di (i) Vcd. nel cap. XVI del voi. I. pag.