I It 'l LllìHO Y|, CAPO I. per li servigi grandissimi recati ai latini nella memoranda impresa, di cui era egli stato 1’ anima e il promotore. , Ben se ne avvide egli stesso, e prudentissimo com’ era si adoperò a preparare gli animi degli elettori veneziani, acciocché fossero i primi a dissuaderne i francesi, se mai taluno di loro lo avesse proposto ad imperatore. Egli guadagnossi da prima la coopera zionc del Barbo, e questi poscia ne persuase gli altri. Il Barbo adunque rappresentò ai suoi colleglli, non convenire alla forma del governo repubblicano di Venezia 1’ avere un imperatore, e l’averlo in un luogo cosi rimoto dalla patria, e 1’ averlo capo di un dominio sì vasto, qual era stato quello dei greci ; meglio convenire alla repubblica, che 1’ impero di Costantinopoli sia nelle mani di uno straniero, perché questi avrebbe sempre bisogno delle forze marittime, e le sarebbe perciò in qualche modo soggetto, e da questa sua soggezione avrebb’ ella continuamente una fonte di vantaggi, di ricchezze c di gloria. Tali erano i sentimenti del Dandolo, e tali seppe ispirarli anche il Barbo nell’ animo degli altri veneziani elettori. 1 dodici pertanto, che dovevano scegliere il nuovo imperatore, radunati a trattare questo'importante argomento, entrarono pria che per altri a ragionare di Enrico Dandolo, a cui taluno dei francesi propendeva. Ma i veneziani, già preparali alla proposizione, la rifiutarono, dicendo : « Clic non dobbiamo noi temere da un ve-» neziano allorché sia divenuto padrone dell’ impero greco e di » una parte dell’ Oriente ? Dovremo noi e la nostra patria essere » soggetti alle leggi sue, ovvero rimarrà egli soggetto a quelle » della repubblica ? Chi ci assicura, che Venezia, dominatrice dei » mari, non abbia a diventare o sotto il governo di lui o sotto » quello de’ suoi successori, una città tributaria e suddita dell’ im-» pero ? • Ed aggiungevano, che il Dandolo stesso, per la sua magnanimità e per lo suo patriottismo, sarebbesi certamente rifiutato dall’ assumerne I’ incarico ; perché, giunto ormai a così allo lustro di gloria, non doveva nutrire altro pensiero, che di compiere