130 si vedessero dopo il Viganù ! E non solo una bella cosa , ma una riforma di gusto : s’ è ricondotta l’arte a’ suoi principii. E un ballo in cui le danze hanno la prima parte, nascono dal soggetto, s’intrecciano nell’ azione, e non vi sono appiccicate a forza, quasi una cosa a parte, come ne’ balli che finora si usarono. Più che nel fatto, l’iugegno del S'amengo si volse a trovar nuovi pensieri ne’ gruppi e a studiar il bell’ effetto dei colori e delle figure. E nel vero qui sono quadri e contraddanze d’un’eleganza e d’una vaghezza da non potersi significare. Il fatto si narra in poche parole. 11 conte Pini dopo aver promesso la mano ad una del Brasile, ritorna ad un antico suo a-more ed abbandona la sposa, di che il padre della tradita entra in gran collera e si vendica, facendo saltar in aria per via d’ una mina la casa della nuova sposa, nel punto stesso in cui si celebravan le nozze. La Brugnoli Samengo prende parte quasi a tutte le danze e all’ azione, e massime in un terzetto, in cui è convenientemente secondata dalla Castelli e dal Rosati, fa cose mirabili cou que’ suoi piedi di zeffiro. L’ agilità e la sicurezza di que’ vaghissimi passi non è vinta se