anno 1256. 523 veneziani nella ciltà, s’impadronirono della chiesa e del monastero di san Saba, e vi appiccarono il fuoco, per cui ne rimasero consunte tutte le fortificazioni, che vi avevano fatto i genovesi. Questi movimenti palesarono chiaramente, essere imminente una guerra sanguinosa tra le due nazioni, alla quale indarno cercò il papa Alessandro IV di porre un argine, acciocché non fosse apportatrice di più gravi disgrazie ai cristiani di quelle contrade. Ma la notizia delle navi incendiate da’veneziani era giunta a Genova troppo amara per poter lasciarne frenare la rabbia dalle pontificie esortazioni. Furono armate subito quaranta galee ed altre navi più grosse, perchè si cercasse di vendicare 1’ onta recata alla genovese repubblica. Anche i veneziani si allestirono per resistervi. Opposero a questa fiotta venticinque sole galere, le quali, unite alle precedenti che avevano combattuto a Tolemaide, affrontarono i genovesi non molto lungi da questa città. Andrea Zeno ne aveva il comando. Avvenne fierissimo scontro il dì 25 giugno 1256, con grande strage dall’ una parte e dall’ altra. Ma, fosse che i genovesi si trovassero stanchi, o che mancasse loro il coraggio, la loro armata restò rotta e disfatta : venticinque delle loro galee e due mila seicento soldati caddero in potere dei nostri ; e gli altri legni assai danneggiati si ritirarono nel porlo di Tiro. I veneziani vittoriosi entrarono in quello di Tolemaide, per ristorare i loro legni, che pur avevano sofferto molti danni nel furore delia battaglia. Condussero seco con militare iattanza i legni e i prigionieri, che vi avevano fatti : per disprezzo dei genovesi fecero passare sotto le armi tutti i pigionieri, e per isfogo maggiore contro 1’ emula nazione, ne demolirono in città tutti i pubblici e privati edifizii, ne dispersero alle rapine del popolaccio tutte le mercanzie, e ne scacciarono dalla pubblica autorità i magistrali. Arrise vieppiù ancora propizia la sorte ai veneziani ; perchè poterono sorprendere nei mari di Tiro tre grosse navi mercantili dei genovesi ed altre tre nelle acque di Candia. Ma quanto più si rinforzavano le discordie Ira le due nazioni,