anno 1205. 157 quale disse creata, dopo la morie del Dandolo e prima della elezione dello Ziani, « una nuova magistratura, che ha poi avuto sem-» pre luogo nell’ interregno. » E qual fu colesta nuova magistratura ? « Furono nominati, egli prosegue, sei Correttori incaricati » di esaminare gli abusi, che potessero essere siati introdotti nel » governo, di farne rapporto al senalo, affinchè li correggesse con » buone leggi. » Ma non fu questo il tempo, in cui fosse creata una magistratura de’ così detli Correttori ; nè furono eglino sei, ma cinque soli, ned erano queste le loro attribuzioni, siccome dovrò esporre quando ne sia giunta la vera loro epoca. Finché Enrico Dandolo era vissuto, aveva dimorato con lutto Io splendore del ducale corteggio nella capitale del greco impero : ma, lui morto, non si volle più che il capo della repubblica soggiornasse colà : egli doveva fare la sua residenza in Venezia. Fu perciò decretato dal governo, che in quella metropoli rappresentasse la veneziana sovranità un pretore o potestà col titolo di rettore, ne sostenesse ì diritti, ne tutelasse le ragioni. Il primo, a cui venisse conferito questo grado, fu Marin Zeno, il quale essendosi trovato a fianco del Dandolo in tutte le militari imprese di lui, aveva in qualche modo un titolo a continuarne la rappresentanza colà, ov’ egli aveva inalberato il veneziano vessillo. Degli otto rioni, in cui dividevasi Costantinopoli, tre, siccome dissi altrove (1), erano toccati ai veneziani. E in questi tre i veneziani erano governati colle proprie lor leggi ; avevano statuii analoghi a quelli della capitale della repubblica ; erano indipendenti affatto dagl’ imperatori francesi. Il titolo di rettore, concesso al rappresentante del governo di Venezia, era inoltre contraddistinto col-1’ indicazione del circuito da cui rimaneva circoscriilo il suo rettorato ; perciocché nominavasi Rettore della quarta parte e mezza del-V impero di Romania, nel modo stesso che se ne intitolava anche il doge : appunto perchè il doge ne possedeva in nome della repubblica la sovranità, e il rettore in nome del doge reggevaia. (i) Nella pag. 1/17.