110 I-1BUO V, CAPO XX. • stretti parenti ed amici gettarsi cosi ai loro piedi, e in certo modo • chiedere ad essi misericordia, si mossero a grande compassione » e si sentirono intenerito il cuore sì fattamente, che non poterono • frenarsi dal pianto, e dall’ assicurarli di non intraprender nulla » senz’ avervi pria maturamente deliberato. » E dopo brevi momenti, rientrati a consiglio tra loro, fecero ritorno ai loro capi, e promisero, che sarebbero rimasti all’armata sino ai primi giorni di autunno; a patto che i signori e i baroni si obbligassero con giuramento sull’ evangelio di somministrare ad essi in quel tempo le navi per tragittare nella Siria. E questi se ne obbligarono. Così terminò un’ altra volta la gravissima controversia : nè più si parlò quind’ innanzi, che della spedizione di Costantinopoli. CAPO XX. Arrivo dei crociali a Costantinopoli. Lasciarono in fatti quanto prima Corfù, e proseguirono il loro viaggio verso quell’ orgogliosa metropoli. 11 loro passaggio framezzo alle tante isole deliziose dell’ Arcipelago, era vagamente abbellito dalle numerose turbe di quegli abitatori, i quali accorrevano ad ossequiare il loro legittimo signore di inano in mano, che vi passava. Ma quanto più quelle poderose forze si avvicinavano all’imperiale città, tanto più crescevano nell’imbelle dominatore lo spavento e la persuasione di non potervi resistere. L’ armata dei crociati diè fondo all’ imboccatura del Bosforo, nel porto di santo Stefano, a tre leghe sole di distanza dalla capitale del greco impero. 11 maestoso aspetto di lei destò meravigliosamente 1' entusiasmo dei magnanimi guerrieri. Bagnata a mezzo giorno dalla Propontide, a levante dal Bosforo ; distesa a tramontana d’intorno al golfo, che le serve di porto, offriva di sé il più magnifico ed imponente spettacolo. Un doppio giro di mura la circondava per sette e più leghe all’ intorno ; e i sontuosi edifizii e le alte torri, che numerose la