ANNO 1201. 91 avrebbero dovuto entrare a parte nella contribuzione, s’erano imbarcati in altri porti. I veneziani d’ altronde non volevano transigere : volevano mantenuto l'intiero patto per la parte di tpielli, siccom’egli-no lo mantenevaao intieramente per parte propria. I crociali, che avevano pagalo, querelavansi dei loro principi, perchè non si partiva, e minacciavano di volersi cercare altrove l’imbarco. Il marchese di Monferrato e il conte di Fiandra obbligarono i loro vasellami d’oro e d’ argento e le più preziose lor robe : ma tuttavia mancavano cinquanta mila marchi (1) per compiere la somma convenuta. Il doge Dandolo, da scaltro politico, trovò un ripiego, che valse a contentare l’impazienza dei crociati, e che riusciva nel tempo stesso di somma utilità alla repubblica. Consultò da prima il maggior consiglio, ed ottenutane l’approvazione, ne fece ai principi la proposta. I crociati, cioè, aiutassero la repubblica, per ricuperarle la ribellatasi Zara, occupala dagli ungheresi (2) ; e, quanto all’ intiera esecuzione del trattato, loro promise che si sarebbe aspettato, finché le future conquiste ne avesse migliorato la sorte e gli avesse posti in grado di soddisfare la rimanenza del debito. La proposizione fu accolla con giubilo dalla maggior parte dei crociati, sì perchè non si tenevano paghi di aver a mostrarsi mancatori di parola, e sì perchè non volevano disgustarsi coi veneziani, dei quali avevano bisogno nell’ impresa incominciata. Ma non pochi di loro dichiaravansi d’ altronde avversi alla proposta del doge ; perchè, avendo giurato di combattere contro gl’ infedeli, non credevano lecito di rivolgere le armi contro i cristiani. Anche il papa Innocenzo III era del parere di questi. Aveva perciò spedilo a Venezia il cardinale Pietro di Capua, ed avevagli raccomandato di adoperarsi a distorre i guerrieri da un’ impresa eh’ egli chiamava sacrilega. Diceva — il re di Ungheria, proiettore di Zara, avere pigliato la croce ed essersi posto perciò sotto la particolare (i) Michaud, Storia delle Crociate. (2) Ved. nella pag. 72 di questo lib. X. volume.