U26 l.IUKO Tilt, CAPO XXIX. » Reguli aveano venti galere armate. E acciocché si levassero dal-» 1’ assedio, li provocava alla battaglia ; onde furono insieme alle » mani. Ma furono rotti dall’ armata dell’ imperatore predetto, e » fatti alcuni dei loro capi prigioni. E ancora presero 500 vene- • ziani, che sopra le dette galere erano, i quali il detto imperadore » mandò a Venezia, per volere osservare la tregua che avea coi » nostri. E seguì il combattere d’ un castello chiamato Loredo, » sopra la dett’ Isola. E quello ottenne e rovinò, e menò via molte » anime. E seguita la rotta dell’ armata sopradetta, il detto impe-» radere ebbe il dominio di Negroponte. » Da tutto questo racconto del Sanudo si vede l’inesattezza e, diciamolo pure, l’infedeltà del Laugier, il quale, dopo di avere notato la contrarietà del bailo veneziano Andrea Dandolo, come la notò anche il Sanudo, a secondare 1’ impresa dei feudatarii di Ne-groponte ( non già del solo Carcerio signore, coni’ egli dice, di Ne-groponte), soggiunse, che quando la flotta del Paleologo si presentò all’ isola e vi fece lo sbarco, • la costernazione fu sì grande » nell’ isola, che il podestà Dandolo non potè dispensarsi di dare » soccorso al signore di Negroponte, contro il quale solo aveva » armato il Paleologo. » Non so donde abbia egli tratto questa notizia : ma se foss’ ella esatta, non si potrebbe più spiegare, come il greco imperatore avesse restituito a Venezia i cinquecento ( non i mille cinquecento numerati dal Laugier ) prigionieri veneziani, eh’ erano sulle galee dei feudatarii. CAPO XXX. Discordie cogli anconitani. Anche gli anconitani si mossero con querele contro la repubblica di Venezia, a cagione della gabella imposta sui legni che navigavano nel Golfo ; per la quale tante discordie e guerre avevano avuto luogo coi bolognesi. Eglino per altro non azzardarono