anno 1260. 329 nome Giuliana. Ella, sino dagli anni più freschi, preferendo alle domestiche agiatezze la povertà del chiostro, volle chiudersi nel monastero delle benedettine di Salarola, poco lungi dal castello di Este. Ma, com’ era amante della solitudine più ritirala, le parve non del tutto ai suoi desiderii adattato quel luogo : perciò con altre dodici suore, emulatrici delle virtù di lei, si ridusse ad un selvaggio e romito angolo di quei colli, che nominavasi Gemola. Mentre colà menava penitente la vita, ebbe una visione, in cui se le presentò dinanzi 1’ armeno martire san Biagio, vescovo di Sebaste, e le suggerì di trasferirsi a Venezia, e stabilirvi una chiesa e un monastero a lui intitolato, in sull’ estremo angolo dell’ isola di Spinalonga, che così allora nominavasi la Giudecca. Ubbidì Giuliana, e venne a Venezia, ove non durò fatica ad ottenere in dono il luogo indicatole dal santo nella visione. Era ivi mezzo diroccato e negletto un ospizio, eretto circa il decimo secolo dalle famiglie Pianiga, Capovani e Agnusdei, per accogliervi ed albergarvi i pellegrini, che di qua passavano per andare in Palestina. Ne fu ristorata la fabbrica, e fu ridotta a monastero sotto il titolo de’ santi Biagio e Cataldo. Non tardò a diffondersi la fama delle virtù della sua fondatrice, e presto il monastero fu popolato di vergini, le quali vennero a ricevere dalle mani di Giuliana il velo della professione clauslrale. Finché ella visse fiori stupendamente quel chiostro, e dopo la morte di lei, avvenuta nel 1262, diventò celebre per i prodigii, che Iddio a glorificazione della sua serva si compiacque di operare. Imperciocché, molti anni appresso, mentre una notte alcuni pescatori attendevano al loro mestiere nella contigua laguna, dalla parte appunto ove quel monastero si faceva specchio delle acque, apparvero alcune fiaccole luminosissime e uguali a stelle, che intorno intorno al cimitero del chiostro aggiravansi. Se ne stupirono attoniti nella loro semplicità quei pescatori, e all’ indomani ne fecero avvertile le monache, le quali, postesi in attenzione la notte susseguente, videro le fiammelle, dopo avere intorno intorno girato, fermarsi colà, ove sepolta voi,, u. 42