120 LIBRO V, CAPO X\II. tramontare del giorno, Alessio era già rientrato in città con tutte le sue numerosissime soldatesche. Costanlinopoli in ogni angolo ribombava di lamenti e di grida ; tulio era terrore, spavento, desolazione. L’ imperatore, temendo dei greci per un conto, e dei latini per 1’ allro, approfittò dell’ oscurità e del tumulto di quella notte, e pensò a salvare la vita. Abbandonò il trono, la corte, la moglie stessa in balìa della sorte : fece trasportare in una barca diecimila libbre d’ oro, e attraversando il Bosforo andò a cercarsi vergognoso ricovero in un piccolo porto della Tracia. Saputasi appena dai cortigiani di Alessio la fuga del loro imperatore, corrono al carcere, ove gemeva racchiuso 1’ acciecalo Isacco, e chiedendogli perdono e pace, lo conducono trionfalmente nel palazzo imperiale, lo rivestono della porpora, e lo ripongono sul suo trono. Si cercò quindi la consorte di lui, e la si restituì alla pristina dignità. Eufrosina invece, moglie dell’ imperatore fuggiasco, accusata di aver voluto trarre profitto dalle turbolenze della capitale, per innalzare all’ onor della porpora i suoi favoriti, fu posta in un carcere, fatta segno del disprezzo e dell’ odio di tutti. Non tardò Isacco a mandare ambasciatori al campo dei crociali, per far annunziare loro il faustissimo avvenimento, acciocché gli fosse affrettato il momento di riabbracciare il giovane figlio, e quindi manifestare la sua riconoscenza ai prodi liberatori d’ entrambi. Ma i crociati ; sì perché s’ erano avvezzati a non fidarsi dei greci, massime nella circostanza presente, in cui riusciva quasi impossibile a credersi una sì rapida mutazione di scena ; sì perchè volevano mantenute le promesse fatte loro dal figlio ; ricomposto in ordine il loro esercito, e stando tuttavia preparati a combattere, mandarono a Costantinopoli Matteo di Montmorency, Giuffredi di Villehardouin e due nobili veneziani, per assicurarsi della verità dei fatti. Al loro avvicinarsi, furono aperte le porte della città : doppia schiera di armati fiancheggiava le strade sino al palazzo delle Bla-cherne, ove soggiornava 1’ imperatore. Sedeva egli nella gran sala sopra ricco trono, splendente per gemme e per oro. Parlò al mo-