233 Sindaco ed il Coniglio, in cui certo il male, quanto a componimento, era grandissimo, il celebre Liszt rinnòvo nel teatro di S. Benedetto i portenti di quell’arte unica, che si ammirò la prima volta alla Società Apollinea, e si produsse con tre sonate, la prima delle quali fu quella stessa ch’egli aveva colà eseguita, ma che qui ebbe un effètto ancora maggioro, per non so qual nuovo entusiasmo, con cui non trasse già, ma sfolgorò que’suoi magici suoni. E qui con una buòna fede che acquisterà più onore alla nostra sincerità che a’modesti nostri talenti, ci confesseremo di buon grado inetti e incompetenti a significare, con questo povero discorso da Gazzetta, il magistero di quelle dita eh’ hanno sì poco dell’umano. Liszt è per noi non so qual fantastica apparizione, un ente a parte, fuori delle regole ordinarie della natura, che non può caratterizzarsi ; il suono di quell’ ¡strumento è cosa sì strana e sì nuova, che non si saprebbe ben definire. Un’ onda, un torrente di suoni con una infinita varietà d’ accidenti, di forza, di celerità, di dolcezza, vi rapisce, vi strascina, v’ incanta, e appena si crede all’ occhio e all’udito, che quell’effetto, quel portento d’ar-