406 LIBRO VUI, CAPO XXVI. aveva mandato alla Lombardia, alla Marca Trivigiana e alla Romagna l’arcivescovo Grisnerio con potestà di legato apostolico, e gl’ impose, che procacciasse a tutto potere di metter pacc tra i veneziani e i bolognesi. Nel medesimo tempo egli aveva indirizzato esortazioni ad ambedue le nazioni (1), per indurle, ove fossero tornate varie le sollecitudini del legato, ad inviare oratori a lui colle facoltà opportune a conciliare le parli. Ed era tultociò riuscito vano, perchè né gli uni né gli altri avevano voluto ritirarsi dalle loro pretensioni : anzi le loro discordie continuarono con sempre uguale accanimento al Primaro, ove « una zuffa, dice il Savioli (2), » commessa da Marco de’ Contarini ebbe fine con una reciproca » strage. » Ma nell’ agosto dello stesso anno, i veneziani ; non saprei dire se raddolciti dal pontefice mediatore, ovvero indotti da lutt’ altro oggetto : certamente con un contegno incredibile nella fermezza della loro politica ; diressero a Bologna per trattare di pace, dieci ambasciatori, dei quali il Dandolo ci <^>nservò anche i nomi. E in verità, se la notizia non ci venisse da quell’ antico e quasi contemporaneo cronista nostro, sarebbe da porsi in dubbio questa determinazione per parte dei veneziani ; e se ne maravigliò anche 1’ annalista bolognese (3), dicendo : « Può appena credersi, che in » causa d’ introdurre un trattalo inviassero a Bologna i veneti tanti » oratori e sì nobili. L’ afferma tutlavolta il Dandolo e per non la-» sciarci argomento a dubitazione ci annunzia i nomi di ognuno. » E i nomi sono questi : Marco Badoaro, che n’ era il capo, Baffaele Bestanio, Pancrazio Barbo, Jacopo e Giovanni Dandolo, Ermolao Giusto, Giovanni Tiepolo, Gerardo Longo, Pietro Gradenigo e Giovanni da Canale, la maggior parie dei quali avevano combattuto al Primaro. (i) Ved. V Append. de’ monumenti, (2) Anna), bologn. ann. 1273. nella II part. del III voi. degli Annoi. Bo- (3) Savioli, ann. cil., annot. D. logn. del Savioli. pag.