250 LIBRO VII, CAPO XIV. » tempo Sisto e Ristoro, a’ quali per consiglio più volte ricorreva » Nicola da Pisa, non par conveniente, eli’ essi domenicani cliia- • massero stranieri in aiuto, quando aveano nel lor seno ingegni » capaci e valenti. Conferma la nostra opinione il vedere erette da »loro stessi le chiese di san Nicolò in Trevigi, di sant’Agostino in » Padova c di sant’ Anastasia in Verona; e come di quelle è noto ■ soltanto essere stati essi gli autori, senza saperne poi il nome • preciso dell’ architetto, così sarà accaduto del tempio, di cui par-» liamo, che innalzato da loro si perde poi la memoria dell’ autore • dell’opera. » Nè su ciò io mi trattengo più a lungo : chi ne volesse sapere di più circa i pregi di questo tempio magnifico, può consultare il citato scrittore e tanti altri, che ne parlarono. Chiuderò questo capo col notare soltanto, che in seguito diventò esso a poco a poco il luogo ove furono depositale le spoglie mortali ovvero innalzati monumenti gloriosi ai nostri più celebri personaggi, che si distinsero nel mestiere delle armi : e qui inoltre si celebravano sempre più i solenni funerali dei dogi defunti. CAPO XIV. Primo statalo veneto, ossia racco/ta delle leggi. Ho parlato in addietro del confuso affastellamento delle leggi veneziane, appartenenti alle varie materie di pubblica e di civile amministrazione; ed ho notato, che di queste non avevasi un codice, il quale ne formasse una intera e perfetta raccolta. Ho detto altresì, che il primario merito su ciò dev’ essere attribuito al doge Jacopo Tiepolo, del cui tempo sto qui narrando. Egli infatti, nel primo giorno del giugno 1229, pubblicò uno Statuto nautico, distribuito in ciuquantadue capitoli. Ignorasi, per verità, se questo fosse il primitivo o se fosse soltanto una riforma di altre raccolte più antiche. Sembra per altro più ragionevole, che ne fosse una riforma, non potendosi credere che i Veneziani