118 LIBRO V, CAPO XXII. Ma benché fosse un codardo l’usurpatore Alessio, lo difendeva per altro un giovine valoroso, Teodoro Lascaris, divenutogli genero e che aspirava a diventare liberatore e padrone del suo paese. Egli adoperavasi a mettere in ordine le mal esperte soldatesche, e disponevale a sostenere l’imminente attacco degli assediami. Questi d’altronde, dopo un lavoro non interrotto di dieci giorni, furono in grado di porsi ad attaccare regolarmente la città. Dugento macchine innalzate contro il baluardo erano in continuo moto per ¡scacciarne i difensori, per batterne le mura, per ¡smuoverne le fonda-menta. Alla prima apparenza di breccia, ¡francesi vi applicarono le scale ; ma il coraggio rimase soverchiato dal numero e dal vantaggio del luogo, e i latini vi furono rispinti. Nel medesimo tempo i veneziani davano l’assalto alla città dalla parte del mare. 11 doge aveva disposto la sua flotta in due fila : nella prima stavano schierale le galee, con sopra gli arcieri e le macchine da guerra ; nella seconda erano le grosse navi, su cui sorgevano torri più alte di lutte le più elevale mura di Costantinopoli. Appena che i soldati delle galee guadagnavano terra, piantavano scale e vi salivano sopra, e intanto i grossi legni, avanzandosi più lentamente e calando altrettanti ponti levatoi, presentavano ai soldati un cammino per aria, paralello alla cima degli alberi delle navi, donde sui baluardi potessero facilmente passare. Combattevano dalle mura i greci, dalle antenne dei loro navigli i veneziani. Lo strepito delle onde battute dai remi, le grida dei marinari e dei combattenti, il fischio dei sassi e dei giavellotti, formavano un tutto insieme cento fiate più spaventoso della più orrenda procella. Nel fervor della mischia, il venerando e maestoso Dando- lo, armato di tutto punto, stando in piedi sul ponte della sua galea e tenendo tra le mani il vessillo di san Marco, eccitava i suoi alla pugna, e con terribile voce or minacciava, or pregava, or confortava i remiganti ad affrettarsi a portarlo a terra. 11 comando dell’intrepido doge fu ben presto ubbidito : i suoi marinari se lo prendono in collo e lo recano sulla spiaggia. Tutte allora le navi si avvicinano