A.Y'fO 1254. 2()3 » celebrano i divini misterij, tulli toccando gli altri, con giuramento » promettendo a Dio ollimo et alla repubblica, cb’ eglino saranno » per eleggere quel doge, il quale giudicheranno il più da bene c • più utile di tutti alla repubblica è che sia per usare verso di lei » maggior carità, maggior vigilanza e con maggior prudenza sia » per governarla ; e partitisi di quindi i sacerdoti, soli eglino nella » corte si rinchiudono, senza chiamar pur un famiglio, nè altro. » Allora tre i più vecchi di tutti, come prefetti, seggono presso » una certa tavola apparecchiata a questo ufficio, sopra la quale • sta un certo vaso, et ciascun elettore nota in una cartolina il 110-» me di quello, che a lui pare, che si debba lar doge, e la notata » cartolina butta nel vaso, e buttatevi le cartoline di tulli e rime-» scolatele insieme, una se ne cava fuori, la quale a sorte verrà » nelle mani di chi la cavarà ; letta la cartolina da i prefeli, quello, » il cui nome uscirà, se sia presente, come le più volle avviene, » senza punto indugiare va fuori della corte ; allora s’ alza alcuno » di quegli, se stimerà colai cittadino non essere alto a sostenere il » peso di sì gran dignità, overo per alcuna altra cagione quello fa-» cendosi doge non bavere da essere utile alla repubblica ; e pri-» ma modestamente facendo la sua prefatione dice alla libera l’opi-» nione, che tiene di quel cittadino ; e per qual cagione stima non » essere utile alla repubblica che quel si faccia doge. Sendo ve-» nulo a fine il suo parlare, i prefetti chiamano il nominato, e tosto » dal più vecchio si riferisce a quello ogni cosa che gli è stata » rimproverata, tacendosi però 1’ autore, perciocché lutti prima » con giuramento si sono legali a osservare perpetuo silentio. Iti-» butta e confuta quello, il meglio che sa e può, le cose oppostegli. » Dopo, un’ altra volta s’ apparta dalla corte, onde s’ il primiero o » alcun’ altro con nuove ragioni vorrà ancora riprendere et accu- • sar 1’ huomo, è in sua libertà il farlo ; e chiamalo quello un’altra » volta, risponde a’ nuovi difetti oppostigli e così vicendevolmente • si tratta la cosa, per infin che a gli accusatori cosa alcuna non » sia rimasta da dire. Allora un’ altra volta si ballotta.