anno 1225—1229. 237 soggette, il leggere le lettere e i ricorsi indirizzali alla presidenza, per poi presentarli al pieno consiglio,^acciocché fossero definitivamente decisi. Una camera, appositamente a ciò destinata, eravi nel palazzo ducale, la quale nominavasi quarantia, e in essa, dice il Ten-« tori (1), si presentarono gli ambasciatori de’principi crociati fran-» cesi, venuti 1’ anno 1202 a chiedere alleanza e soccorsi per ter-» ra santa. » Ciò mostrerebbe 1’ antichità di questa magistratura ; perché se in quell’anno esercitava le sue funzioni, vuol dire eh’essa da più riinoto tempo esisteva. La delicatezza degli affari, che venivano appoggiali a questa magistratura, esigeva naturalmente, che i giudici, i quali componevano, fossero dei più qualificati e probi cittadini : anzi, nell’ anno 1262, fu decretato, che di questo corpo non potessero formar parte se non consiglieri, giudici del proprio, del petizion ed avogadori del comun, le cui magistrature ebbero principio in questo medesimo secolo, un poco dopo 1’ istituzione di alcuni altri uffizii, di cui testé vengo a parlare. CAPO IX. Il doge Jacopo Tiepolo. I correttori della pmmission ducale, e g( inquisitori sopra il doge defunto. Imperciocché questo secolo XIII lo si può dire per Venezia il secolo della legislazione. In esso incominciansi a vedere unite in un corpo le leggi e gli ordinamenti della repubblica e dei varii magistrali, che la componevano. E n’ebbe il merito il doge Jacopo Tiepolo, della cui elezione devo premettere alcune parole. Pietro Ziani, il quale già da ventiquattro anni si trovava alla testa del governo, depose le ducali insegne, in sull’ incominciare dell’ anno 1229, ed andò a ritirarsi nel monastero di san Giorgio (i) Slor. Ven., Iib. I, cap. Vili, num. IV