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» Sacco, perchè gli uomini di essa terra non aveano fatto la debi-» ta resistenza al legato ; indi que' da Cittadella, perchè quegli » abitanti aveano reso la fortezza volontariamente. Seguirono in ler-» zo luogo i contadini, e in quarto il restante de'pedoni e cavalieri » padovani, » In tutto ascendevano questi prigionieri al numero di undicimila, secondo il Rolandino, o di dodici mila, secondo il monaco padovano e il de Monacis, o di dieci mila, secondo altri. Checché ne sia, il numero sembra esagerato di troppo : bensi cred’ io, come narra Parisio da Cereta, che lutto il numero di siffatti prigionieri si riducesse a que’ padovani, clic si trovavano con Ezzelino all’ impresa di Mantova, e a quelli altresì che pei loro interessi trovavansi in Verona. Di questi non die’egli il numero; soltanto dice, che furono tutti chiusi nelle carceri di san Giorgio, le quali certamente, per ampie che fossero, non avrebbero potuto contenere sì enorme moltitudine di prigionieri.
    L’esercito intanto dei confederati ingrossavasi in Padova considerevolmente; al che vi accorrevano tutti i fuorusciti di Verona e di Vicenza, nonché alcune brigate di bolognesi condotte dal domenicano fra Giovanni. Anche da Venezia e da Chioggia si fecero venire numerosi corpi di balestrieri e di pedoni, E già il dì 30 luglio era pronta l’armata a partire alla volta di Vicenza. Giunta che vi fu, trovò bensì resistenza nei vincentini ; ma dopo fierissima zuffa, in cui perirono moltissimi dall’una partee dall’altra, i veneziani rimasero padroni del campo e senza difficoltà poterono entrare in Vicenza. I molti prigionieri, che vi fecero, furono condotti a Padova. Narrano gli storici, che in quel dì stesso si fosse presentato anche Alberico con un corpo di trevigiani ; ma che, sospettandosi del suo tradimento di volere abbandonare il partilo de’ guelfi per dare assistenza a suo fratello Ezzelino, non fosse ricevuto in ciltà, sicché indispettito e arrabbiato se ne ritornasse a Treviso. Il Verci per altro attribuisce a questo affronto la risoluzione di costui, di essersi dato per vendetta al parlilo di Ezzelino (1).
    (i) Verci, luo£. cit.. pag. 212.