20G LIIÌRO VII, CAPO III. confetture, e più di tutto poi le gentilezze ed i vezzi. Non lo strepito di bellicose trombe, ma il suono lietissimo di soavi stromenti, accompagnava tutto il progresso di quella strana azione di guerra ; e le di-fenditrici arrendevansi a quelli, che meglio avessero saputo blandirne l’animo. Or, avvenne, che nel detto anno 1216, radunati in tre schiere i giovani assalitori; padovani, trevigiani e veneziani; la vittoria fu dalla parte dei veneziani, e, secondo che piacque dire a taluno, per quanto sembra avendo aggiunto alle solite armi sovraccennate anche il prestigio dell’ oro, che insieme con esse scagliarono in grembo alle vezzose difenditrici. Checche ne sia, certo è eli’ elleno ai veneziani si arresero : e questi, penetrati nell' artifiziale castello, v’ inalberarono il vessillo di san Marco. Del che sdegnatisi i padovani, dimenticando le pacifiche leggi di quello spettacolo, afferrarono la veneziana bandiera, la lacerarono e la calpestarono nel fango. Un tale affronto, fatto alla bandiera, era fatto alla nazione ; nè i veneziani se ’1 comportarono in pace. Posero mano alla spada e si scagliarono sopra gl’insultatori: ed era già per cangiarsi la deliziosa scena di quel divertimento, in in una sanguinosa tragedia, se i magistrati della città non fossero accorsi a separare le due fazioni. Cessò pertanto Io spettacolo, e fu intimata ad ambedue le schiere la partenza per le proprie città. La cosa per altro non fini in questo modo. Ambidue i parliti fecero ritorno alla patria con animo deliberalo di vendicarsene al primo incontro. I padovani, mal misurando la propria debolezza, al paragone della veneziana possanza, furono i più audaci e nel medesimo tempo i più sleali nell’ accendere il fuoco della collera in cuore ai loro concittadini. Sparsero, appena furono a Padova, ed esagerarono le circostanze del fatto : dissero tuttociò, che parve loro potesse gravare il contegno dei veneziani; ma tacquero l’insulto, eh’ eglino avevano fatto alla bandiera, e conseguentemente alla nazione di questi. 11 comune di Padova, male informato dell’av-venuto, anziché valutare il caso come una giovanile imprudenza, ne formò un affare di stato, e risolse di volerne dai veneziani