anno 1260. 321 storia avremo più volte occasione di osservarlo. Il racconto dei fatti di Ezzelino e di Alberico mi portò a toccare questo argomento quasi per digressione e di volo. CAPO X. Discordie dei veneziani coi genovesi. Ho voluto condurre sino a! termine la narrazione delle imprese dei veneziani collegati cogli altri popoli contro Ezzelino ed Alberi-co, acciocché non mi avvenisse di doverla riassumere in altro tempo. Qui pertanto mi è d’ uopo di ritornare addietro all’ anno 125S, per esporre ciò che avveniva nel Levante tra i veneziani e i genovesi. Ed é pur vero, che talvolta le più lievi cose danno motivo a gravissimi avvenimenti, di cui non avrebbesi mai potuto fare il presagio : ed appunto da leggerissima cagione ebbero principio lunghe e sanguinose discordie tra le due summentovate repubbliche. Il possesso della chiesa di san Saba in Tolemaide ne fu 1’ origine. Su questa chiesa avevano comune il diritto i veneziani e i genovesi, sino dal tempo, in cui le truppe crociate erano diventate padrone di quella città ; ma le nazionali avversioni per gelosia di commercio e di grandezza gli spingevano spesso a litigii, a risse, a tumulti, le cui conseguenze apparivano sempre più gravi e funeste. Tra i molti argomenti dei loro litigii, trovarono i veneziani da portarne innanzi sulla chiesa e sul monastero, di cui ho detto. Pretendevano, in vigore delle convenzioni con Baldovino, non solo l’intiera giurisdizione su quella chiesa, ma sulla terza parte altresì della città. Quanto alla città, non avevano torlo ; perchè quando n' erano diventati padroni insieme coi pisani e coi genovesi, ne avevano avuto, come ciascuna delle altre due nazioni, una terza parte ; ma, quanto alle chiese, non s’ era fatta divisione veruna. Forse la pretendevano su questa di san Saba, perché vi presiedeva in qualità di abate un veneziano, postovi da loro. E tanto più forse vol. h. M