ANNO 1204. 145 gloriosamente il rimanente della sua vita : e più glorioso era certamente ad un repubblicano il rimanere capo della repubblica di quello che il diventare sovrano di un popolo soggiogalo. « Qual » mai cittadino romano, dicevano, avrebbe rinunziato alla cittadi-» nanza di Roma, per essere fallo re di Cartagine ? » Queste parole ed altre simili considerazioni poste dai veneziani sollo gli occhi degli elettori francesi, produssero 1' effetto desideralo : si desistè loslo dal pensare al Dandolo, e si volsero i pensieri sul conte di Fiandra, cui lo stesso Dandolo aveva suggerito ai suoi, perchè lo proponessero. E lo proposero infatti ; e Baldovino fu quindi l’imperatore : il giorno 10 di maggio, eh’ era la seconda domenica dopo la pasqua,ravvenue la sua elezione, nella cappella stessa del palazzo imperiale. La domenica susseguente fu incoronalo solennemente nella chiesa di santa Sofia, ove assunse i litoli e le insegne dei greci imperatori. CAPO II. Divisione delle provincie dell’ impero greco. Crealo 1’ imperatore, si pensò in seguito alla divisione delle terre e delle provincie conquistate, sulla norma dello stabilito trattalo (1). La porzione, clic toccò ai veneziani, fu la più considerabile, anche sopra quella, che toccò all’ imperatore latino. Perciocché a questo non rimase che una quarta parte soltanto di tutta la conquista : un’ altra quarta parte andò divisa tra i venturieri della Francia e della Lombardia : il resto toccò alla repubblica di Venezia. Il doge Dandolo fu acclamato despota della Romania, e in conseguenza di questo grado onorevole fu decorato, secondo 1’ uso dei greci, dei calzarelti di porpora. Di quanto era avvenuto in Costantinopoli e di quanto avevano (i ) Veci, nel lib. precetl. pag. iaa. VOL. II. 19