72 LIBRO V, CAPO XI. CAPO XI. imprese del nuovo doge. Orio Mastropiero ben corrispose all’ aspettazione concepita di lui nella retta amministrazione del suo governo. Fu prima sua prova di maturo consiglio 1’ applicarsi a preservare la repubbliea dalle molestie, clic gli anconitani, collegati coi pisani, le minacciavano. Pensò pertanto di disgiungerne T alleanza, persuadendo ai pisani non essere del loro interesse quell’ unione con loro ; perciocché li privava dei vantaggi, che avrebbero potuto trarre dall’ amicizia coi veneziani. Nè in vano li consigliò : perchè eglino, penetrati dalle insinuazioni di lui, diedero luogo a pacifici sentimenti, e stabilirono colla repubblica nostra una tregua di dieci anni (1). Sciolta cosi la lega cogli anconitani, Orio intimò a questi, che se non avessero cessalo dal molestare la repubblica, restituendole altresì quanto avevano tolto ai naviganti veneziani, ne avrebbero pagalo il fio costretti dalla forza delle armi. L’intimazione giovò, e gli anconitani chiesero la pace. La quale fu loro concessa, ed a vicenda si stabilirono patti per la sicurezza del rispettivo commercio (2). Nel mentre, che siffatte cose avvenivano, il re di Ungheria aveva ridotto al suo parlilo la città di Zara ed anche ne aveva preso il possesso ; vi aveva poslo numeroso presidio di truppe e T aveva fortificata a grado di potersi sostenere contro qualunque (1) Diedo Jacopo, Stor. della Rep. di dell’incominciare del secolo seguente. Egli / e«., lil). iv, onn. 1178. anzi neppur nomina il doge Orio Mastro- (2) Non so perchè il Mulinelli ne’ suoi piero : dall’ anno 1178, egli corre al 1201. Annali di Venezia abbia oltrepassato in In un libro di Annali, perché ha saltato silenzio tutto il tempo che passò tra gli av- via quasi un quarto di secolo ? venimenli di Alessandro hi o le crociate