192 miìko ti, cài'o xn. CAPO XII. Notizie ecclesiastiche sino a questo tempo. Devo riassumer qui, secondo il sistema intrapreso nei libri precedenti, la compendiosa narrazione delle cose ecclesiastiche, le quali formano parte della storia veneziana di questi tempi. Ho tralasciato di farlo nel chiudere dell’ ultimo libro, perchè il breve tratto che esso comprende, non mi dava luogo che a pochissime osservazioni. Qui pertanto abbracciandone due, cioè dall’anno 1177 al 1212 avrò motivo di dirne alcun clic di più. E incominciando dalla chiesa patriarcale di Grado, riassumerò a parlare di Enrico Dandolo, che ne aveva assunto lo spirituale governo nell’ anno 113G. Fu ai giorni di lui, che i patriarchi gra-densi assunsero il titolo ed acquistarono la giurisdizione di primati della Dalmazia. Su questo titolo e su questo ingrandimento della patriarcale autorità parlò a lungo il diligentissimo Gallicciolli (1) : io non nc dirò che il più importante. Nell’anno 1145 il papa Eugenio III, ad istanza della repubblica, aveva separato dal metropolitano di Spalalro le quattro diocesi suifraganee di Zara, di Arbe, di Ossero e di Veglia; aveva cretto Zara in arcivescovato ed avevaie assegnato in suifraganee le altre tre. Se ne lagnarono quelli di Spalatro, ma indarno. Qui per altro non si arrestarono i maneggi della repubblica, la quale sempre cercava il miglior lustro delle sue chiese. Fece istanza, dieci anni dipoi, al pontefice Adriano IV, acciocché sottoponesse al patriarca di Grado il metropolitano di Zara co’ suoi suffraganei ; al che senza indugio condiscese il papa, conferendo al gradcnse metropolita il titolo e la giurisdizione, come testé io diceva, di Primate della Dalmazia. Per la quale pontificia condiscendenza veniva concesso al (i) Memorie Venete antiche ecc., lib. 11, cap. XI, § III, num. ?3a e se"., nel tom. IV, pag. 37 e seg.