100 LIBRO V, CAPO XVII. La pronta lor sommissione placò il pontefice : rimandò ad essi i loro inviati, incaricandoli di portar loro i suoi saluti e la sua benedizione. Scrisse ad essi una lettera (1), colla quale esortavali a proseguire il loro viaggio verso la Siria, senza declinare ne a destra nè a sinistra : loro permetteva di attraversare il mare coi veneziani, i quali per necessità e con amarezza di cuore egli aveva scomunicalo. > Sebbene eglino, diceva, siano scomunicati, rimangono lut- • tavia obbligati dalla loro promessa, e voi ne potete chiedere » 1’ adempimento. Del resto, ella è massima di ragione, che quando » taluno passi per paesi, che appartengono ad un eretico, o a qual-» siasi scomunicato, si possono ricevere e comperare da lui le cose » necessarie. La scomunica inoltre lanciata contro un padre di fa-» miglia non impedisce a quelli di sua casa di comunicare con lui. » Innocenzo consigliava inoltre, nella sua lettera, i baroni a separsi dai veneziani, lostochè fossero giunti nella Palestina, se quelli avessero continuato nella loro ostinazione, e li dovessero guardare come un popolo riprovato da Dio; acciocché la maledizione del cielo non piombasse sugli eserciti cristiani, siccome Acan un tempo aveva fallo scendere sugl’ israeliti la collera del Signore. Nei quali sentimenti è facile il ravvisare 1’ indole e la barbarie del secolo, e 1’ indole ben dissimile delle tre corti : romana, veneziana, francese. Ma per quanto fossero ben disposti i cavalieri e i baroni a secondare le intenzioni del papa, nuove circostanze sopravvennero a farli mutare consiglio ed a far prendere una differente piega agli affari tutti della crociata. CAPO XVII. Mediazione di Filippo svevo a favore del giovine Alessio. Abbiamo veduto poco addietro, che gli ambasciatori del profugo Alessio, figlio dell’ imperatore Isacco, erano stali a Venezia, (i) Baluz., De gest. Innoc. Pap. ¡11, toni, i, §. ixixvu, pag. 4j-