ANNO li77. 19 • Siccome ne’ tempi addietro cantavasi la messa dal padre aba* > te del monastero, coll’ assistenza di monsignor patriarca ; egli • stesso a maggior pubblico decoro farà la funzione assistito e col-» l’intervento de’ suoi canonici e del suo maestro di ceremonie, in • tutto come si pratica nella chiesa cattedrale di Castello nel gior- • no, in cui il serenissimo principe col solito accompagnamento si • porta a venerare il corpo di s. Lorenzo Giustiniano, dovendo mon-» signor patriarca, quando possa, cantar pontilicalmente la messa. » Che se poi monsignor patriarca fosse legittimamente im- • pedito, in tal caso come non si trova esempio scritto in ordine • di mancanza di patriarchi, dovrà monsignor patriarca destinare • a suo piacere un altro vescovo suffraganeo per supplire alle di • lui veci, il che è conforme anco a quanto si legge nei documenti » citati del 1300, vale a dire, quando i vescovi si tenevano in pos- • sesso di esercitare i proprii diritti spirituali nelle chiese dei • monaci. » Pontificando monsignor patriarca, oppure altro vescovo, ■ dev’ esser posto nel mezzo dell’ altare un settimo candeliere giu-» sto il pontificale dei vescovi e la sedia di monsignor patriarca • deve avere quegli stessi gradini, che ha nella funzione soprad- • detta di san Lorenzo. » Pontificando un vescovo suffraganeo in luogo di monsignor • patriarca, egli non può aver baldacchino, ma soltanto lo schena-» le e sedia di monsignor patriarca. » Nel caso che non si potesse avere che un solo vescovo, que-» sto dovrà fare l’incontro al serenissimo in chiesa e cantare la • messa, essendone un esempio recente nella funzione di san Lo- • renzo accaduto nell’anno 1756. » Il vescovo assistente avrà la sua sedia un poco alzata col suo » sgabello in comu Evangelii, e dovranno stargli al fianco due sa-» cerdoti della congregazione per le necessarie funzioni di porsi e > levarsi la mitra, stando in questa funzione i canonici di Castello » impegnati al servizio di monsignor patriarca.