ANNO 1178. 71 potenze, che timore le poteva ispirar egli mai 1’ aquileiese patriarca, talvolta molestatore delle confinanti diocesi, particolarmente di quella di Grado ? L’unico pertanto, che le avrebbe potuto dar noia, era il re d’ Ungheria, a cui per altro era ella in grado di opporre formidabile resistenza. Nè le recavano danno le gelosie scambievoli dei pisani e dei genovesi, perchè da queste anzi traeva ella occasione di esercitare la sua attività, ed erale impedito di abbandonarsi ad una inerzia dannosa. Venezia in somma non erasi mai trovata in una posizione politica più luminosa e più bella : questa le presagiva le più felici occasioni di prosperamento e di gloria. Ma, dopo questa non inutile digressione, si riassuma il filo del-l’interrotto racconto. Compiuti i funerali del doge Sebastiano Ziani, si pensò alla scelta del successore. Il gran consiglio pertanto si radunò ; e, quantunque la forma della elezione fosse stata enun-ziata soltanto per la circostanza dello Ziani, e quasi accidentale per quell’ unica volta ; si volle nondimeno ridurla a regola fissa e darle forza di legge, sicché in avvenire la si dovesse costante-mente osservare. E qui appunto incominciò quel nuovo sistema di elezione del doge, che divenne in seguito cosi complicato. In luogo degli undici compromissarii, come s’ era fatto allora, furono nominati, a pluralità di voti, quattro cittadini, da cui poscia ne venissero scelti quaranta, dieci per cadauno, i quali sarebbero stati gli elettori del doge. E questa elezione si doveva fare per via di scrutinio, siccome appunto avevano fatto gli undici quando era diventato doge Sebastiano Ziani. Scelsero eglino quello stesso Orio od Aurio Mastropiero, clic prima aveva ricusato di accettare la medesima dignità : ed a buon dritto, perché appunto lo si doveva riputare tanto più meritevole di quel grado, quanto più s’ era conosciuta la sua moderazione nel mostrarsene alieno. Egli non oppose resistenza, temendo prudentemente, che un secondo rifiuto si potesse prendere per un disprezzo o per una mancanza di affetto verso la patria.