149 confini dell’ arte, che si usci dai termini di quella, e non si comprende più nulla. Che le danze abbiano un soggetto, che i movimenti di quelle si riferiscano a un pensiero, rappresentino qualche concetto, ciò è secondo natura, in ciò consiste anzi il pregio dell’ arte e la imitazione ; nè per nuli’ altro s’ è dato, io credo, a Tersicore un seggio fra le nove sorelle : ma, contro la qualità e la natura stessa dei mezzi adoperati, condur la mimica a significare le più minute modificazioni del pensiero , farne dialoghi, colloquii, parlate . separarla affatto dalle danze, è un falsarne la natura, trasformarla in un semplice linguaggio di convenzione, creare infine un nuovo mondo di sor-do-muti, che ben si comprenderanno fra loro, ma non sono intesi'dagli altri. La mimica è la compagna, l’ancella, non la signora, la tiranna del ballo; ella è nelle danze quello, che sono i Colori nella pittura, i numeri nella musica, il verso nella poesia: non forma l’arte, è solamente mezzo, istrumento di quella. Questo, o m’inganno, è il criterio di essa, e questo è pure il criterio che se ne fece il Ramengo, come dimostrò nel primo suo ballo, e in quella sua gentil produzione che fu rappresentata sabato