^22 LIBRO YUI, CAPO XXY1U. grano. Tutlociò, clic ho potuto raccogliere su questo argomento, lo esporrò qui, per non lasciare incompleta la mia narrazione. E quanto alle discordie insorte, circa il 1265, tra i veneziani e i trevigiani ; n’ era particolare e primario motivo 1’ ostacolo frapposto da questi per impedire, che quelli conducessero a Venezia le loro entrate, ossia i prodotti delle loro campagne situate nel territorio trivigiano. Se ne lagnavano grandemente i veneziani e ne facevano continue proteste. Protestavano altresì e dichiaravano, che, ove non si fosse rimediato, vi rimedierebbero eglino, perchè Gue-cello da Camino aveva fatto insulti e molestie ad alcune barche veneziane nelle acque stesse delle lagune, entro i confini del dominio della repubblica (1). Perciò il comune di Trevigi mandò a Venezia i suoi ambasciatori con autorità bensì di trattare intorno a tutte queste controversie, ma non già di risolverle. 1 veneziani l’avevano potuto presentire ; sicché, dopo di averli ascoltati a tutto bell’agio, dichiararono di non volere dar loro veruna risposta, riputando inutile e sconveniente il trattare con chi non aveva facoltà di conchiudere. Rimasero assai maravigliali quegli ambasciatori, conoscendo scoperte le loro intelligenze con chi gli aveva mandati ; cercarono di munirsi di nuove facoltà ; pare eziandio che le ottenessero : fatto è, che i veneziani non vollero punto acconsentire a quanto eglino domandavano. E domandavano : « Che i veneziani lasciassero nel » territorio trivigiano la quarta parte del grano, che aspettava al * patrone per le sementi e pei bisogni de’ coloni ; e che niuno an- * dassc per la chiusa a Feltre ed a Belluno, essendo di quelli al- • lora nemici, non negando però, che da Feltre per la Piave po-» tessero trar legna e pece e quelle ( pagandone il Dacio ) con- • durre a Vinegia (2). » U affare per altro cangiò alquanto di aspetto, allorché nel 1268 era podestà di Treviso il veneziano Jacopo Doltin, perchè ; dopo (i) Boni faccio, Stor. dì Tn\>igi\ lib. VI, Venezia «744* Pa£- a2<4- (a) Bon ¡faccio, luog. cit.